1° settembre 1922: nella periferia di Genova, a Struppa, nasceva Vittorio Gassman. Personalità contrastata dalla psiche potenzialmente bipolare, ancora oggi è ricordato tra i più grandi attori del nostro cinema, sia per la formazione classica e perfezionismo nel lavoro, che per sua irrequieta vita piena di amori e donne. Dopo la formazione all’Accademia Silvio d’Amico, nel 1943 avviene il suo debutto in teatro con “La Nemica” di Niccodemi al fianco di Alda Borrelli, per fare poi far coppia con Ernesto Calindri e Tino Carraro al Teatro Eliseo. Al cinema vi approda alla fine degli anni ’50, nonostante la partecipazione a film come Riso Amaro, con ruoli da antagonista e da bel tenebroso.
Le sue capacità emergono grazie a Mario Monicelli, che lo dirige in una “ideale trilogia” con I Soliti Ignoti / La Grande Guerra / L’Armata Brancaleone tra il 1958 e il 1966. Ma, a valorizzare la sua personalità istrionica e la duttilità nella dizione di ogni dialetto sono soprattutto Ettore Scola – C’eravamo Tanto Amati / La Terrazza / La Famiglia – e Dino Risi – Il Sorpasso / I Mostri / Profumo di Donna. Nel corso della sua carriera ha “collezionato” ben nove David di Donatello, insieme a diversi Nastri d’argento, Grolle e Globi d’oro; ma quello che lo “consacra” tra i grandi è il Leone alla carriera, vinto alla Mostra di Venezia nel 1996. A corollario di una così “attiva vita artistica”, un’altrettanta “attiva vita amorosa”, con tre mogli – Nora Ricci / Shelley Winters / Diletta d’Andrea – tre compagne – Juliette Mayniel / Anna Maria Ferrero / Annette Stroyberg – e quattro figli da madri diverse, con due di loro – Paola e Alessandro – che hanno proseguito la sua “tradizione recitativa”.