Un giovane studente sognava spesso di avere il corpo immobilizzato da un grosso pitone che lo avvolgeva nelle sue spire e, quando finì per ammalarsi e si fece visitare da un medico, questi non scoprì nulla di anormale, tuttavia, circa un anno dopo, si sviluppò un grave tumore spinale, che rischiò di lasciarlo completamente paralizzato mentre, in un altro caso, una donna sognò, a varie riprese, di essere investita da una massa di terra che le lasciava appena la possibilità di respirare e due mesi dopo le fu diagnosticata una tubercolosi.
Per il medico e scienziato sovietico Vasili Kasatkin, questi sogni non erano casuali o sogni premonitori, ma era sicuro che facessero parte di una funzione cerebrale molto importante, che avrebbe dimostrato, qualora fosse accertata, la capacità del cervello di prendere atto della malattia e di mandare degli avvertimenti nel codice dei sogni molto tempo prima che apparissero i sintomi riconoscibili. Quella che lui chiamava la “corteccia dei sogni“, cioè lo strato esterno di cellule attive nel cervello, registrava le più piccole deviazioni del corpo dalla norma. Riteneva che queste cellule fossero estremamente sensibili e che, specialmente durante la notte, quando le fonti di distrazioni erano ridotte al minimo, potessero captare i più piccoli cambiamenti fisiologici, che altrimenti sarebbero passati inosservati, sostenendo che se potessimo capire i meccanismi e le modalità di tali sogni, essi potrebbero costituire uno strumento diagnostico molto valido.
Quando i giornalisti americani Henry Gris e William Dick, buoni conoscitori dell’Ex Unione Sovietica, iniziarono a scrivere una serie di articoli sulla ricerca parapsicologa in quel paese, sentirono parlare di un “collezionista di sogni”, soprannome che era stato dato a Kasatkin per via della sua attività, tanto che la  sua pera sui sogni fu adottata come libro di testo nelle facoltà di medicina sovietiche dagli anni ’60. Pensarono allora che quella persona fosse in grado di fornire informazioni interessanti per la loro ricerca e chiesero all’agenzia di stampa sovietica di fissare loro un appuntamento per un’intervista, che si tenne all’inizio del 1975. Ai due giornalisti lo scienziato rivelò, di aver cominciato ad interessarsi veramente ai sogni quando, ancora giovane medico, si trovava a Leningrado durante l’assedio tedesco del 1943, quando centinaia di persone morivano di fame ogni giorno, ma lui poteva fare ben poco per loro, salvo ascoltare i loro lamenti angosciati e poco per volta notò che poteva determinare quali dei suoi pazienti erano vicini alla morte dalla natura dei sogni che essi gli riferivano.
Nel 1975 possedeva una raccolta di migliaia di casi nei quali, secondo lui, si potevano ravvisare schemi premonitori e scoprì che i sogni che indicavano difficoltà respiratorie, come quello della donna che sognava di essere schiacciata sotto la terra, erano avvertimenti di mali ai polmoni come il cancro o la tubercolosi. L’ipertensione, invece, poteva essere preannunciata da sogni di ansietà, come quello di un ingegnere che sognò a varie riprese di essere seppellito dal crollo di un fabbricato progettato da lui mentre, sogni di ferite corporali, come quello di ricevere numerosi colpi di pugnale, possono indicare lesioni gravi agli organi interni.
Scoprì, inoltre, che talvolta i sogni possono essere smascherati: nel sogno, è un amico o un conoscente e non il sognatore ad essere colpito e possono riflettere il contesto della vita quotidiana di ciascun individuo, come ad esempio, una massaia può sognare di essere ferita da un coltello mentre un soldato da una baionetta. Secondo Kasatkin, l’incubo occasionale va ignorato, ma quando diventa ricorrente, allora bisogna considerarlo come un avvertimento e se i medici avessero la capacità di riconoscere ed interpretare questi sogni, potrebbero individuare malattie gravi ad uno stadio precoce e quindi più facilmente curabile.

 

Fonte articolo & foto: Fabio Giovanni Rocco, https://misterieprofezie.blogspot.com/2019/07/diagnosi-mediche-in-base-ai-sogni, 31 luglio 2019

FONTEmisterieprofezie.blogspot.com
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