Nella lotta al Covid ecco pronto un altro vaccino dopo Pfizer–BioNTech, Moderna, AstraZeneca, Sputnik V e i vaccini cinesi. Johnson & Johnson, è sceso in campo ed ha chiesto alla Food and Drugs Administration (Fda), ossia l’autorità americana dei farmaci, l’autorizzazione alla procedura d’emergenza.
Ma quanto è efficace?
Secondo le dichiarazioni di gennaio della Johnson & Johnson il suo vaccino ha un’efficacia del 66% nel prevenire le forme moderate del Covid. Sale fino all’85% nei casi gravi. Le percentuali sonbo però più basse rispetto agli altri vaccini che in questo momento vengono somministrati in Italia:
- Pfizer-BioNTech: 95%
- Moderna: 94,5%
- AstraZeneca: con la prima dose 76%, efficace all’82% se si ritarda la seconda
L’obiettivo è fornire 30 milioni di dosi già ad aprile e 100 milioni entro la fine di giugno. Ecco perché la terza multinazionale americana ha chiesto la procedura d’emergenza e vuole seguire il percorso–turbo di Pfizer e Moderna.
Si tratta di un vaccino monodose che non necessita di essere conservato a basse temperature; ha pertanto una velocità di somministrazione doppia rispetto agli altri che richiedono due dosi ed una conservazione garantita.
Da test effettuati c’è però un problema, in quanto risulta meno efficace del 72% sui pazienti Usa, si scende al 57% per la variante sudafricana del Covid.
Visti i risultati, in Italia, si pensa molto di più all’introduzione dello Sputnik V, il vaccino russo sarebbe efficace al 92%, ai livelli di Pfizer-BioNTech e Moderna. Ma ci sono altri Paesi dell’Unione europea che hanno scritto una lettera alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, proprio in merito al vaccino della Johnson & Johnson, che si basa su un vettore virale non replicante e potrebbe essere distribuito in Usa a partire da marzo.