Gli scienziati, si sa, si fanno prendere facilmente dalle loro ricerche e, talvolta, finiscono per esagerare.
Fortunatamente, però, questa non è la storia di qualche diabolico esperimento andato male o del sogno malsano di un nuovo Dottor Stranamore; ma solo la vicenda di uno scienziato un po’ troppo ossessionato dagli insetti.
Justin Schmidt è un entomologo (studioso di insetti) americano.
Nel suo lavoro con api, formiche e imenotteri vari è stato punto molte volte ed ha quindi deciso di creare una scala che permettesse di catalogare il dolore causato dai diversi mostriciattoli in cui si è imbattuto: la scala di Schmidt.
Fino a qui tutto bene.
Il problema è che ad un certo punto pare aver preso gusto ad essere “morso”.
“Ci sono specie dalle quali vorrei davvero essere punto, ma che non sono mai riuscito a provocare a sufficienza” dice.
Certo che, dopo 150 punture di insetti diversi, il trauma di un nuovo “morso” sarà probabilmente meno intenso, in ogni caso, il nostro scienziato non si è perso d’animo e, dopo aver completato la classifica di tutte le sue pene (dalle comuni api di livello 1 alla terribile formica proiettile di livello 4), ha ben deciso di scrivere un libro in cui descrivere 83 delle punture più interessanti della sua carriera: “The Sting of the Wild”.
Uno scienziato così, non poteva certamente sfuggire al mitico IG Nobel, il Nobel alternativo instituito per premiare le ricerche più bizzarre. Insieme a lui è stato premiato un quasi omonimo, Michael Smith, che ha scoperto i punti più e meno dolorosi dove essere “morsi” dagli insetti.
Ovviamente,però, la ricerca del Dottor Schmidt non è improntata solo a far divertire il mondo accademico, ma ha delle importanti finalità pratiche.
Creare una scala che misuri il dolore causato dalle punture, e dal veleno che queste immettono nel corpo, è un passo importante per avanzare le ricerche nel misterioso campo dei veleni e non mancano casi in cui ricerche di questo tipo abbaino portato alla scoperta di farmaci di fondamentale importanza.