“Esse copriranno la superficie del paese e non si potrà vedere il suolo; divoreranno il resto che è scampato, ciò che è stato lasciato dalla grandine e divoreranno ogni albero che cresce nei campi” queste sono le parole che Mosè rivolse al Faraone d’Egitto per preannunciargli l’invasione di cavallette che avrebbe colpito il suo Paese se non avesse lasciato andare gli Ebrei in Palestina.
Ma la piaga, purtroppo, non è rimasta nei racconti biblici e da tempo affligge vaste aree del nostro pianeta.
Negli ultimi tempi, sciami giganteschi di cavallette e locuste stanno diventando una presenza sempre più invadente in molti luoghi. Inoltre, ad essere colpiti sono spesso Stati già vessati da tragedie importanti o, comunque, troppo poveri per affrontare questo ulteriore problema.
Solo quest’anno, ad essere colpiti sono stati Etiopia, Pakistan, India e Iran. Questi Paesi hanno visto distruzioni dei raccolti di proporzioni devastanti e rischiano (almeno nel caso dell’Etiopia) finanche la carestia.
A costo di sembrare ripetitivi, bisogna dire che le invasioni di cavallette sono l’ennesima conseguenza del cambiamento climatico.
Tali animali, infatti, iniziano le loro micidiali scorrerie solo in particolari condizioni climatiche e di sovrappopolazione, che, con il riscaldamento della terra, stanno diventando sempre più frequenti.
Questa situazione potrebbe essere una di quelle che, come spesso accade, indignano molto noi occidentali ma non vanno oltre (poiché le loro conseguenze si manifestano in paesi di cui non ci importa molto), così che si finisce per dimenticarle, senza porvi alcun rimedio.
La notizia è che ora le cavallette sono arrivate anche da noi.
Negli ultimi giorni, infatti, ampi sciami hanno attaccato i raccolti in Sardegna, spingendo la Regione a chiedere lo stato di calamità.
Nonostante l’isola non sia stata colpita particolarmente dal Covid-19 (con poco più di un migliaio di casi), l’economia locale ne è stata comunque sicuramente danneggiata e la Sardegna, come tutto il mondo, non scamperà all’imminente crisi economica.
Il danno sofferto dagli agricoltori e dagli allevatori potrebbe quindi essere davvero devastante se non vengono prese misure alla svelta.
Il problema è, che, come spesso accade, pur di salvare il resto dell’economia nazionale, si correre il rischio che, ad essere abbandonati, possano essere proprio loro.