Passeggiando per le vie del Centro Antico di Napoli è facile imbattersi tra botteghe e mestieri che hanno un sapore di antico, ma molte volte queste sono operazioni di marketing e commerciali e lo scopri entrandoci dentro. Oggi in un quartiere che è prede del turismo sia quello “mordi-e-fuggi” sia quello interessato all’Arte, noto improvvisante alcuni turisti francesi fermarsi a fotografare, una bottega. Incuriosito mi avvicino e vedo che timidi scattano foto ad un barbiere. Oggi sarebbe un salone di bellezza, invece quella bottega si racconta nella sua semplicità aprendosi allo spettatore che passa, così come è, impregnata di storia. Una donna del vicolo saluta e da dentro una voce risponde, un altro passa e fa lo stesso e così di seguito, quasi un rito, una devozione vestita di educazione e rispetto che negli ultimi anni non vedevo tra le strade della mia città di Napoli. Altri turisti s’affacciano, guardano e con l’iphone scattano foto. Mi accingo ed entro anche io. In un angolo un divanetto nero accoglie gli astanti clienti che aspettano il turno, il caffè caldo del bar avvolge la sala, e piccoli scatti rumorosi di ferro tagliano capelli, mentre l’uomo tra sorrisi e lo sguardo attento trasforma la chioma nera del suo cliente.
Lo sguardo cade su di me, e chiedo di raccontare la sua storia… “Mio padre, inizia Nino Testa, in questo quartiere era conosciuto quale imbianchino e appena seppe che cercavo un luogo per aprire il mio salone per uomini, mi indicò questo locale sfitto. Fu amore a prima vista ho pensato sentendo le parole di Nino, e ne ebbi conferma quando “vidi in una serata di pioggia questo locale e mi accorsi che aldilà dell’umidità e dell’orario, erano le 23,30, si vedeva nitidamente e limpidamente la bottega. E così il giorno dopo, di mattina era uguale e subito ne presi possesso parlando con il proprietario. Nel marzo del 1990 iniziai i lavori, grazie all’aiuto dei miei genitori riuscii a puntare su questo progetto di crescita professionale, per di più ero giovane e non ero impegnato quindi una vera sfida”.
Gli chiedo come è nata la tua passione e quando hai iniziato? “Mio padre, prima di fare l’imbianchino, era parrucchiere per donna ma per motivi di salute e allergie dovette cambiare professione, mentre il fratello continuò come barbiere per uomo. Una delle tante sere mio fratello, che faceva apprendistato dallo zio, si ammalò e qualcuno doveva sostituirlo. Così mi proposi io, un po’ dubbioso per la mia statura e per l’età lo zio accettò per necessità. Avevo 7 anni e mezzo. E così iniziavi a lavorare, alternando allo studio e feci una gavetta lunga ma proficua. Anche perché si lavorava soprattutto di sabato e domenica. Tant’è vero che ho scelto di rimanere nell’ambito maschile”
Oggi invece l’uomo è cambiato, per clima, per il contesto sociale, per cultura e quindi non è solo barba e capello, ma tanto altro, come ti sei posto nei riguardi di questa evoluzione del tuo lavoro? La risposta è stata presentarmi la figlia, una giovane ragazza Linda Testa. “Io ho scelto da subito questo lavoro che per me è sinonimo di passione, che può essere una cooperazione per il salone di mio padre, ma ovviamente mi porta a girare in più luogo, in più case così da rafforzare la mia clientela, che in questo caso è femminile il più delle volte.”
Le ho subito chiesto quale è stato il tuo percorso? “Ho iniziato da sola a casa seguendo da autodidatta ma da subito mi sono messa in gioco con una scuola professionale con una qualifica di diploma, e tutt’ora sono in continuo studio perché è una professione che va crescendo ed evolvendo. Il titolo è fondamentale perché ti prepara alla conoscenza dell’uso di base degli attrezzi che vanno dall’adoperare bisturi, su mani di persone diverse che possono soffrire di malattie diverse. Anche il più semplice diabetico può essere tema di studio per un’estetista.” Rimango stranito dalla preparazione della giovane e dalla sua sicurezza di voler creare una sua professionalità con un centro estetico, volendo fare il suo percorso. In quel momento vediamo altri turisti scattarci foto, farle a Nino mentre taglia i capelli e Linda massaggiare le mani di un altro cliente. Nino non si scompone e dice “non è il primo e né l’ultimo, la curiosità sta proprio nel fatto che il locale mantiene quell’identità piccola sia nello spazio e sia nella semplicità della tradizione. Non a caso molti turisti, dei vicini B&B vengono a farsi fare tagli e barba, e seppur non parlo le lingue benissimo riusciamo ad intenderci, riesco a carpire ed inquadrare la loro immaginazione, i loro desideri e le loro volontà, dall’altronde sono un Napoletano”.
Questo Barbiere del Centro Storico unico nel suo genere diviene un salotto per i turisti e i napoletani che passano inevitabilmente per andare a strutture quali Napoli Sotterrata, la Farmacia degli Incurabili, il Teatro Greco Romano e viene scelto come una continuità del mondo antico e dal sapore retrò, e può essere crocevia di culture. Anche le tecniche utilizzate vengono a trasformarsi ed essere utilizzate con nuove idee che però mantengono di radice il passato, come si pone una giovane a questo passaggio? Linda subito fa un esempio straordinario “La ceretta. Se pensiamo che prima veniva sciolta in una pentola con un cucchiaio di legno oggi viene fatto con lo scalda-ceretta, ma in fondo la tecnica se pur affinata e attenta ai dettagli resta di base una tradizione che evolve si trasforma ma guarda anche al passato.”
In quell’istante alzo lo sguardo e vedo una foto di Nino Testa con il musicista e pianista Alberto Pizzo, famoso all’estero e che ha lavorato con Bacalov e Bollani, e poi una foto con Dolce. Chiedo subito come sono nati questi due incontri. “Nel caso di Domenico Dolce era qui nel Centro Storico per organizzare con Gabbana la sfilata inverno 2016-17, e scendendo il vicolo mi affacciai come tutti per vedere incuriosito un uomo dell’Alta Moda, e lui si girò verso di me e mi chiese se ero un barbiere, e una volta presentati, entrò nel mio locale chiedendomi di farsi rasate barba e capelli. Mi sentii inorgoglito per avermi scelto. Invece, con Alberto Pizzo è stato diverso perché lo conosco da ragazzino quando frequentava il mio locale, quindi ho visto la sua carriera e ho vissuto la sua amicizia ed infatti ogni volta che è a Napoli, passa sempre a trovarmi. Questo è un altro vanto, anche personale nei riguardi di essergli amico.”
Chiedo ad entrambi dove starete tra qualche anno? Linda mi risponde “avrò finito di girare in varie capitali del mondo tra cui New York per aggiornamenti a perfezionare la mia passione”. È il mio turno, mi seggo e mi lascio andare, le mani di Nino mi plasmano, tra shampoo e forbici, lame e rasoi. Mi appoggio allo schienale e chiudo gli occhi. Poco dopo mi sento rinato. Sto per uscire e ringrazio entrambi. Guardo il locale, è limpido e nitido, antico e moderno, giovane e paterno. Nino, mi guarda e chiude con parole profonde, come se mi avesse letto nel pensiero “io invece porterò il senso del benessere, dello stare bene con sé stessi così si sta bene con la vita, con gli altri. Oggi ci sarò io con 45 anni di esperienza, domani mi auguro ci sarà mio figlio Antonio, dopo la sua giusta gavetta, ed io avrò lasciato un senso di piacere a questo luogo, una storia che continua.”
Esco con un senso di soddisfazione, e la consapevolezza che l’Arte è fatta di persone, ricche di Passione.