La Passiflora Incarnata è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Passifloraceae. Originaria delle zone tropicali e sud-tropicali del Centro e del Sud America; oggi viene coltivata anche alle nostre latitudini, in Paesi a clima temperato-caldo. Ha un fusto molto sottile e ramificato, con portamento rampicante a forma di liana che può arrivare fino a 5-6 metri.
Fu un missionario gesuita, Emmanuel de Villegas, che la scoprì in un suo viaggio in Messico e la introdusse in Europa nel 1610. La corona di filamenti colorati ricorda la corona di spine, i cinque stami richiamato le ferite di Cristo, i tre stigmi corrispondono ai chiodi usati per crocifiggerlo, i cinque petali rappresentano gli apostoli rimastigli fedeli, l’androginoforo la colonna della flagellazione, i viticci i flagelli.
I frutti della Passiflora Granadilla sono i famosi “frutti della passione”. Conosciuta fin da tempi antichi come rimedio nella medicina popolare, oggi viene utilizzata in erboristeria, fitoterapia e omeopatia, e i suoi principi attivi si trovano nelle parti aeree della pianta: fiori, foglie e fusto.
Composizione chimica
Contiene alcaloidi indolici (passiflorina, armalina, armina, maltolo, isomaltolo, armano, armolo, armalolo), flavonoidi (vitexina, isovitexina, iperoside, rutina, quercitina, apigenina, saponaria), cumarine, fitosteroli, tannini, amminoacidi, acidi grassi, acidi fenolici, eterosidi cianogenici e olio essenziale in tracce. In particolare, i flavonoidi hanno un effetto sedativo sul sistema nervoso centrale, a livello della zona del midollo spinale destinato al controllo dei movimenti e al centro del sonno. Mentre gli alcaloidi indolici presentano un’azione antispasmodica sul tessuto muscolare liscio (di utero, stomaco, intestino e bronchi).
Questi due gruppi di composti chimici, agiscono in sinergia, per cui trova utilizzo in tutte quelle situazioni che richiedono un effetto rilassante, dall’insonnia agli stati ansiosi, dal nervosismo allo stress, come pure in caso di sindrome del colon irritabile, dolori mestruali, menopausa.
Proprietà e utilizzi
E’ uno tra i rimedi erboristici e fitoterapici più utilizzati. Viene impiegata principalmente come cura naturale per combattere l’ansia e l’insonnia, grazie al suo effetto calmante e sedativo; ma anche per indurre la distensione muscolare grazie alla sua azione spasmodica e rilassante poiché induce sonnolenza stimolando il sonno in modo naturale, senza risvegli notturni e senza provocare intorpidimento al risveglio, evitando effetto narcotico e mantenendo così la lucidità mentale durante il giorno.
Può essere impiegata in caso di ansia e stress, dove aiuta a gestire situazioni sia momentanee sia croniche, riducendo anche sintomi come agitazione, tachicardia, respiro affannoso, paura, angoscia e vertigini. Inoltre riduce l’irrequietezza oltre che combattere la depressione.
- Spasmi muscolari – Risulta utile per gestire gli spasmi involontari della muscolatura liscia, soprattutto quella dell’intestino, per cui è indicata anche per curare la sindrome del colon irritabile o altri disturbi gastrointestinali.
- Menopausa – Riduce disturbi come tachicardia, vampate, fame d’aria, stress, irritabilità, depressione
- Fame nervosa – Viene utilizzata anche per contrastare la fame nervosa: una tisana presa come spuntino a metà pomeriggio o metà mattina, dona calma e tranquillità senza evitare di abbuffarsi ai pasti.
Controindicazioni ed effetti collaterali
Poiché induce sonnolenza e sedazione, è bene evitarla prima di mettersi alla guida di un’auto, come pure di una moto o di una bicicletta oppure se si deve fare un lavoro pericoloso, dove la prontezza di riflessi è fondamentale (come il caso del gestire macchinari).
- Da evitare, però, durante la gravidanza, poiché la sua azione sulla muscolatura liscia, generata dalle armaline che possono indurre contrazioni uterine, potrebbero portare a un rischio di nascita prematura. Anche in allattamento è preferibile non assumere Passiflora.
- In generale, meglio non somministrarla ai bambini fino ai 12 anni.
- Attenzione anche all’interazione con alcuni farmaci: Benzodiazepine, sonniferi, sedativi, barbiturici, antidepressivi, anticoagulanti cumarinici, psicofarmaci e qualsiasi sostanza a effetto psicotropo, sono assolutamente da evitare, dato che gli effetti degli uni dell’altra verrebbero amplificati, tanto da provocare estrema sonnolenza, o prolungamento del tempo del sonno, e altri effetti combinati rischiosi per la salute. Anche l’assunzione di alcool è da evitare assolutamente.
- In caso di sovradosaggio sortisce l’effetto contrario dato che, invece di calmare, provoca tachicardia e sovraeccitazione.