Risparmiare sull’utilizzo di acqua dolce utilizzata per il pane, data la grande emergenza ambientale che avanza inesorabile, è imperativo, e da qui l’interessante idea di poter impastare il pane usando l’acqua di mare, con un metodo che potrebbe anche portare non pochi vantaggi. Tale “potenziale possibilità” viene dalle menti del ricercatore del CnrIstituto per la Protezione sostenibile delle piante di Portici Giuseppe Sorrentino e del panettiere napoletano Rodolfo Molettieri, che hanno deciso di lanciare l’idea dal nome in codice “Bread for Future”, allo scopo di preservare le riserve di acqua potabile.

Il procedimento prevede l’utilizzo dell’acqua marina nel processo produttivo, allo scopo di riuscire a risparmiare almeno 3.416 litri di acqua dolce, normalmente destinata alla produzione del pane, da combinare con farine di grani antichi, per le quali si può evitare non solo il diserbo, ma anche trattamenti fitosanitari, contribuendo positivamente alla biodiversità. Annualmente, dalle ultime stime, vengono prodotte in Italia più di ventiseimila tonnellate di pane, e almeno quattromila ottocento di esse vengono buttate. In un tale scenario, il pane con l’acqua di mare si conserva molto più a lungo, fino a una dozzina di giorni, senza che si formino dannosi strati di muffa.

FONTEgrandenapoli.it
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