Trentasei anni fa, il 23 settembre 1985, la camorra uccideva il giornalista Giancarlo Siani per il suo “scrupoloso ed onesto” lavoro d’indagine sulle attività della malavita cittadina. Da quel momento Giancarlo è diventato un modello d’inchiesta non più basato sull’acquisizione delle informazioni a distanza, ma direttamente sul territorio con le fonti attendibili, comprendendo i fatti. Grazie ai suoi articoli è nata una vera e propria indagine giornalistica basata su fondatezza, fatica, passione, professionalità, coraggio e impegno civile. A rendere giustizia alla sua figura, un libro dal titolo “Per Giancarlo Siani. Dalla verità sul delitto al mistero del dossier”, ad opera dei cronisti del Mattino: Pietro Perone e Leandro Del Gaudio, e in uscita domani sull’omonimo giornale.
A contribuire alla sua realizzazione, diverse firme storiche del quotidiano, come l’ex direttore Paolo Graldi e gli indimenticati Raffaele Indolfi / Pietro Gargano / Gigi Di Fiore / Giampaolo Longo / Giuseppe Crimaldi / Daniela De Crescenzo / Antonino Pane, che collaborarono con lui e che oggi gli dedicano tale tributo per completezza alla sua storia. Fu nel lontano settembre 1993, con la collaborazione del pentito Salvatore Migliorino, in precedenza affiliato al clan Gionta di Torre Annunziata, che si poté scoprire chi fosse il mandante e i killer della sua morte, morti in carcere dopo un faticoso e complesso iter giudiziario.