In attesa che iniziano le riprese del nuovo film “Assassinio sul Nilo” dello stesso regista Kenneth Branagh e confermando anche lo stesso sceneggiatore Michael Green, e ricordando le parole dello stesso Branagh nel 2017 alla fine dei buoni risultati ricevuti da pubblico e critica: «Penso che ci siano ottime possibilità di farlo. Con 66 libri, racconti e pièce teatrali, c’è molto materiale e lei stessa ha mescolato spesso i suoi personaggi nei libri. Si ha la sensazione di un vero e proprio universo, un po’ come quello di Dickens. Un mondo nel quale vivono vari personaggi. Quindi credo che quest’ipotesi abbia delle possibilità.», corriamo sui binari del precedente remake “Assassinio sull’Orient Express”, capolavoro del 2017.
Un viaggio entusiasmante dai tratti romantico che si rivela tragicamente spaventoso per l’omicidio avvenuto in piena notte. Tra gli intrighi del racconto la regia di Kenneth Branagh porta sullo schermo un’opera conosciuta, ma sempre imprevedibile: Assassinio sull’Orient Express. Distribuito da 20th Century Fox e prodotto Ridley Scott, il remake del best seller della regina del giallo Agatha Christie, prende forma dietro la macchina da presa e sul grande schermo, con un cast tutto eccezionale: lo stesso Kenneth Branagh, Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer e Daisy Ridley. Sullo sfondo degli anni Trenta, dai temi dell’Art déco, l’investigatore belga Hercule Poirot si ritrova ha stimolare le sue ‘celluline grigie’ per risolvere un intrigato caso di omicidio. Attraverso un viaggio nel pieno delle montagne imbiancate di neve, una valanga interrompe il viaggio, ma in verità sarà l’omicidio e l’assassino che si nasconde tra i tredici passeggeri.
Branagh, che interpreta Poirot, si trova a dirigere un cast eccellente, muovendosi tra gli scomparti e le camere del treno, il vagone diviene un palcoscenico teatrale ed anche le interpretazioni si colorano con le tinte e le pose del teatro inglese. Il regista dopo aver rivisitato con passione Shakespeare, riletto supereroi e principesse da favola, entra nel mondo della scrittrice Agatha Christie. Il romanzo fu scritto nel 1934, nella stanza 441 vista Bosforo del Père Palais di Istanbul, che all’epoca era chiamato “l’albergo delle spie” e tutt’ora riesce a rapire il lettore o lo spettatore, anche se già sa chi sia l’assassino.
Un film nella prima fase si muove lento come la vita dei passeggeri nobili e facoltosi, mentre nella seconda parte si movimentano con scene inaspettate, sparatorie e lotte. Ma il tutto ritorna all’epilogo classico, immortale, quintessenza del genere giallo, ovvero tutti sono riuniti in una stanza, Hercule Poirot sta per rivelare l’assassino e lo fa, mentre si bea con i suoi baffoni, con un dialogo riflessivo e ironico, con la capacità di rendere rassicuranti racconti di delitti, tradimenti e varie nefandezze del genere umano. “Assassinio sull’Orient Express” è forse il più famoso ed originale tra i casi risolti da Poirot, ed ha goduto di più trasposizioni cinematografiche, a partire da quella di Sidney Lumet nel 1974, e con l’interpretazione del detective da parte di Albert Finney, e poi a quelle, a cui è comunemente associato sul grande schermo, di Peter Ustinov. Non si può non menzionare le straordinarie interpretazioni televisive di David Suchet.
Ora non ci resta che attendere sul grande Schermo di solcare il fiume Nilo e attanagliati dal caldo e dalle zanzare, rivivere i fasti di un tempo intriso di mistero. Per ora chi non lo ha fatto ancora, staccate il biglietto del cinema, così vi troverete in una stazione ferroviaria per salire su un treno blu che vi porta nei meandri dell’animo delle persone dal colore… giallo.