Le Olimpiadi si sono sempre rivelate un’ottima vetrina per mostrare le conquiste tecnologiche dei Paesi ospitanti e un’occasione per inaugurare progetti innovativi; i Giochi Olimpici invernali di Milano e Cortina del 2025 non saranno da meno.
In particolare, tra le tante novità, molta attenzione è riposta nella start-up italiana Walle Mobility e nei suoi taxi volanti.
Negli ultimi anni, la crisi dell’automobile come mezzo di trasporto di riferimento nei Paesi sviluppati, ha dato origine ad una lunga lista di progetti volti ad innovare il settore degli spostamenti.
L’idea degli ingegneri di Walle Mobility è quella di creare dei velivoli elettrici o ibridi, da tre o quattro posti, con lo scopo di semplificare e velocizzare gli spostamenti interurbani, puntando sulla verticalità.
La prima tratta ipotizzata, pensata per sfruttare la visibilità garantita dalle Olimpiadi invernali, dovrebbe congiungere la Stazione Milano Centrale con l’aeroporto di Malpensa (50 Km circa). Inoltre, è stata anche presa in considerazione la rotta Napoli-Capri.
Per chi vede questo progetto come l’inizio di una generale motorizzazione volante e immagina già scene da film di fantascienza, però, non ci saranno che delusioni.
A dispetto del “look” avvenieristico, i taxi volanti della Walle Mobility sono effettivamente non molto di più che degli elicotteri ed è probabile che, una volta operativi, si sostituiscano a questi, permettendo (come avviene tuttora) a persone particolarmente facoltose di spostarsi più velocemente degli altri.
C’è, però, una problematicità ben più importante.
Nella grande lotta che l’Umanità combatte contro il cambiamento climatico una delle priorità è quella di garantire mezzi di trasporto a basse emissioni e che siano in grado di garantire a tutti la possibilità di spostarsi regolarmente.
Ecco che, allora, risulta quanto mai strano che, in particolare in una città inquinata come Milano, si proponga di incrementare il numero di mezzi volanti.
E’ evidente, infatti, come tenere in aria un qualunque veicolo richieda molta più energia che tenerne uno a terra: un’energia che, nonostante l’auspicio di produrre in futuro mezzi esclusivamente elettrici, continuerà a provenire per molti anni ancora da fonti fossili.