“Sono stati prodotti documenti a sostegno della tesi difensiva che si immagina siano stati valutati dal giudice per raggiungere i risultati assolutori del dispositivo. A questo proposito, i nostri assistiti sottolineano di aver dimostrato la loro estraneità ai fatti a loro ascritti, raggiungendo la formula assolutoria per i fatti più gravi”. Tramite questa linea difensiva gli avvocati Francesco Maria Colonna Venisti e Ludovica Lorusso hanno deciso di impostare la difesa dei loro due clienti – Domenico De Pasquale (in arte Mingo) e sua moglie Corinna Martino – accusati di truffa, falso e diffamazione.
I due, molto abilmente, hanno messo in atto una “presunta ed abilissima” truffa ai danni di Mediaset, realizzando diversi servizi in relazione a fatti inventati e, in seguito, spacciati per veritieri, riuscendo anche ad ottenere rimborsi su costi fasulli riguardo alle collaborazioni di attori e figuranti.
Al momento, sono quattro le truffe legate a falsi servizi per le quali sono indagati – e trasmessi tra il 2012 e il 2013 – mentre, per altri tre episodi simili, sono stati assolti “perché il fatto non sussiste”; Mingo, inoltre, dovrà pure risarcire – assieme alla moglie – Antonio Ricci e altre nove persone tra autori e produttori della trasmissione Striscia La Notizia per averli accusati di aver ideato loro i servizi incriminati.
Il tribunale di Bari, date le accuse, ha deciso di condannarli alla pena di 14 mesi di reclusione e assolvendoli da altri episodi di truffa legata alla Mec Produzioni S.r.l. – di cui Corinna Martino è amministratore unico e nella quale il marito Mingo era socio – e da un’accusa di calunnia, mentre i loro legali si preparano a dar battaglia per tutelare i loro assistiti.
“Le sentenze non si discutono: se non si condividono, si impugnano. Per farlo, è necessario attendere studiare le motivazioni che sostengono il provvedimento. Questa difesa non ha voluto e non vuole che il processo venga svolto in luoghi non deputati”.