Dopo decenni di lotte e polemiche, i lavori per l’abbattimento della Vela Verde presente a Scampia, hanno finalmente avuto inizio e, dopo di essa, anche la Rossa e la Gialla seguiranno lo stesso destino, mentre la Celeste dovrebbe essere recuperata e destinata, per breve tempo, ad ospitare le famiglie delle Vele demolite.
Il progetto, che fa parte dell’operazione “Restart Campania”, permetterà una massiccia opera di riqualificazione di tutto il quartiere, che costerà per la demolizione all’incirca 27 milioni di euro, con i primi 18 provenienti dal Bando Periferie e gli altri 9 da quello del Pon Metro, in attesa di altri 50 milioni di euro derivanti dal Patto per il Sud.
La tecnica che si prevede di utilizzare di demolizione per tutte le Vele è quello del “top-down”, con l’uso di escavatori cingolati che smonteranno partendo dalla sommità scendendo verso il basso fino ad arrivare al livello del terreno, attraverso cinque fasi complessive, per poi iniziare il vasto progetto di riqualificazione di Scampia.
“Le Vele di Scampia non hanno colpa.
Sono divenute il simbolo di un progetto ambizioso, poi tradito per mancanza di risorse. Sono il simbolo della precarietà della vita al Sud: mal costruite, abitate prima che fossero agibili e poi abbandonate per decenni dallo Stato, abbandonate insieme alle persone che lì hanno vissuto senza presidi di legalità, senza caserme, senza scuole, senza aeree per la socialità”.
Così Roberto Saviano ha commentato l’ambiziosa opera, aggiungendo anche il proprio pensiero politico sulla vicenda:“In 40 giorni si abbattono le Vele, ma non le cause che hanno generato tutto ciò di cui sono simbolo. Oggi la politica fa a gara a chi mette la faccia sulla demolizione, a chi se la intesta, non sarebbe meglio la ricostruzione e il riscatto vero della periferia di Napoli e del Sud, eterna periferia d’Italia? La rinascita del territorio avviene con il lavoro, con gli investimenti, con l’attenzione costante, con l’attenzione perenne”.