Negli ultimi mesi dello scorso anno, il Natural Hazard Research and Geoarchaeology dell’Università di Mainz, ha individuato la leggendaria città perduta di Rungholt, inghiottia dal mare intorno al 1300. Solo di recente, tale scoperta è stata resa di dominio pubblico, dopo complesse ricerche basate su cartine medievali imprecise, e documenti fuorvianti che hanno reso le ricerche ardue. Grazie alla magneto-gradiometria e l’induzione elettromagnetica – coadiuvate da carotaggi e scavi – è stata individuata un’area di oltre dieci chilometri quadrati di tumuli artificiali tipici delle pianure del Nord Europa – creati allo scopo di rialzare il terreno come barriera difensiva dall’alta marea, dalle mareggiate e dalle alluvioni – oggigiorno conosciuta con il nome di Isola di Südfall. Al centro di essa, in un’ampiezza di due chilometri, le fondamenta di un edificio religioso storicamente segnalato nel distretto amministrativo medievale di Edomsharde, come pure un porto e una serie di sistemi di drenaggio. Prima di inabissarsi per una terrificante tempesta, Rungholt, era una fiorente realtà medievale sita lungo le coste della Frisia settentrionale, in Germania, e sarebbe scomparsa per una punizione divina legata ai peccati causati dall’espandersi delle attività commerciali.