Nel 1941 la Wehrmacht, esercito della Germania nazista, si apprestava a circondare Leningrado (ora San Pietroburgo).
Nei piani di Hitler, la seconda città più importante dell’Unione Sovietica doveva essere rasa al suolo completamente; non solo per il forte valore simbolico che questa aveva come immagine di una Russia progredita e “occidentalizzata”, ma soprattutto perché la città era stata il teatro della grande rivoluzione di Ottobre.
Fortunatamente per noi e per le future generazioni, le enormi collezioni di opere d’arte della città (come quella incredibile dell’Ermitage) furono evacuate e messe in salvo dalla furia nazista. Leningrado fu assediata per due anni e cinque mesi e, solo alla fine, la vittoria dell’Armata Rossa permise alle opere di tornare al loro posto.
Solo un capolavoro non fu abbastanza fortunato: la “Camera d’Ambra”.
Questa camera, decorata interamente in ambra, oro e specchi, fu donata nel ‘700 da Federico Guglielmo I, re di Prussia, a Pietro il Grande, Zar di Russia.
Per la sua bellezza si diceva potesse essere considerata l’ottava meraviglia del mondo.
La camera si trovava nel Palazzo di Caterina I, residenza estiva della zarina nei sobborghi a sud della città; è per questo che nel 1941 fu raggiunta dai soldati di Hitler, prima che potesse essere portata in salvo.
Il palazzo fu distrutto quasi completamente e lo stesso destino si pensava avesse colpito la meravigliosa “Camera d’Ambra”. Solo anni dopo, una commissione instituita dal governo, scoprì che l’intera camera era stata smontata e portata in Germania come trofeo di guerra.
Nella città prussiana di Königsberg, le casse in cui si trovava la Camera furono caricate sul piroscafo Karlsruher, insieme a mezzi militari e altra refurtiva di guerra. Ignari del contenuto, i russi bombardarono il convoglio, sprofondando uno dei loro più grandi tesori nelle profondità del Mar Baltico.
La “Camera d’Ambra” è tuttora dispersa, ma presto qualcosa potrebbe cambiare.
I sommozzatori del gruppo Baltictech affermano, infatti, di avere ritrovato il famoso relitto al largo delle coste polacche, a 88 metri di profondità.
“È praticamente intatto. Nelle sue stive abbiamo scoperto veicoli militari, porcellana e molte casse con contenuti ancora sconosciuti” ha detto uno degli scopritori.
È probabile che nelle casse si celino i resti del capolavoro scomparso.
Sfortunatamente per il recupero bisognerà, probabilmente, aspettare ancora molto e non è certo che ciò che verrà ripescato sarà in buono stato.
Intanto, però, dal 2003, nel Palazzo di Caterina I, è possibile visitare una copia fedelissima della “Camera d’Ambra”, ricostruita grazie a disegni, foto e documenti storici.
Oltre ad essere una meraviglia per gli occhi, la camera è anche un simbolo di pace: infatti, alla sua ricostruzione, hanno collaborato per quasi 30 anni artigiani sovietici e tedeschi.