Si chiama radiografia muonica, ed è un procedimento basato su particelle che interagiscono con i raggi cosmici dell’atmosfera, permettendo di ricostruire un’immagine della struttura interna di un oggetto. Tale tecnica, non invasiva, è servita per riuscire a rintracciare una camera funeraria sotterranea risalente all’età ellenistica quando, in corrispondenza del Rione Sanità, era sita l’antica necropoli di Neapolis. Edificata dai Greci tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a. C., oggi tale area culturale si trova nel sottosuolo, a una decina di metri sotto il livello stradale, rendendo necessario agire in maniera differente dalle normali procedure di perforazione o di scavo con le onde sismiche, data la massiccia densità abitativa e gli strati in cui oggi si celano. Ora, i ricercatori dell’Università Federico II di Napoli e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, grazie alla collaborazione dell’università giapponese di Nagoya, proseguiranno le ricerche allo scopo di portare alla superficie i tesori che si trovano al di sotto della city.