Si sa che il redditometro ha a che fare con l’accertamento sintetico del reddito delle sole persone fisiche, le cui voci di spesa siano una manifestazione di una maggiore capacità contributiva, e di conseguenza, di un maggior reddito, da aggiungere a quello dichiarato dai contribuenti, e contestato dall’Agenzia delle Entrate attraverso l’ormai noto avviso di accertamento, che va regolarmente notificato ai destinatari interessati. Ora la fantasia dell’Agenzia delle Entrate è grande: per stanare i “presunti evasori”, a partire dal marzo del 2013 partì l’ennesima stretta fiscale, attuata con il nuovo redditometro ad ampio raggio con un apposito decreto. A questo decreto è allegata una tabella contenente le varie voci di spesa che verranno considerate al fine predetto. In più l’Agenzia delle Entrate previde espressamente che nella determinazione del reddito restava ferma la facoltà di utilizzare altri elementi di capacità contributiva diversi da quelli riportati nella predetta tabella, “se siano disponibili dati relativi alla spesa sostenuta per l’acquisizione di servizi di beni e per il relativo mantenimento”.
Inoltre l’Amministrazione Finanziaria può anche verificare altre quote di risparmio formatesi nell’anno. Non è finita ancora: se mancasse un riferimento stimato dall’ISTAT, nella determinazione del valore induttivo, il Fisco potrà ricorrere ad analisi e studi socio-economici, anche di settore (le spese per aerei, ecc). Il contribuente dovrà fornire la prova contraria.
L’Amministrazione Finanziaria tra febbraio e marzo 2013 mise a punto le liste selettive dei contribuenti a rischio di evasione e, quindi, da sottoporre ad accertamento. Gli accertamenti avevano efficacia retroattiva sin dall’anno di imposta 2009 (modd. Unici e/o modd. 730 presentati nel 2010). Tempi duri per gli evasori, ma si manifestarono forti dubbi sulla legittimità del decreto, almeno per quanto riguardava la retroattività. Staremo a vedere. Sic!
Infatti stanno fioccando a carico di numerosi contribuenti migliaia di avvisi di accertamento basati sulle spese presuntivamente a loro attribuite.