Il 26 settembre 1973, all’età di 65 anni, nella clinica Mater Dei di Roma, stroncata da un tumore al pancreas, moriva Anna Magnani, una delle più straordinarie e versatili interpreti femminili della storia del cinema italiano.
Dopo aver frequentato, nel 1927, la scuola di arte drammatica Eleonora Duse, fece la sua gavetta nella compagnia di Antonio Gandusio, per poi passare alla rivista, e iniziare a lavorare, poi, dal 1941, a una fortunata serie di spettacoli con Totò; sempre in quell’anno, interpreta Loretta Prima, artista di varietà, nel film Teresa Venerdì di Vittorio de Sica.
A tale film seguiranno Campo de Fiori (1943) e il film manifesto del Neorealismo, Roma Città Aperta di Roberto Rossellini nel 1945, con il quale vince il suo primo nastro d’argento; i successivi due arriveranno nel 1947 con L’Onorevole Angelina di Luigi Zampa, e nel 1948 con L’Amore, sempre di Rossellini.
Ormai nota al grande pubblico, Annarella interpreterà tre film, che dimostrano la sua poliedricità di attrice: Bellissima di Luchino Visconti nel 1951, La Rosa Tatuata di Daniel Mann nel 1955 – grazie al quale diventerà la prima interprete italiana nella storia degli Academy Awards a vincere il Premio Oscar come migliore attrice protagonista – e Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini nel 1962 – sua seconda collaborazione dopo il film Accattone dell’anno prima.
Con queste parole, la Magnani, amava parlare di sé:
«Ho capito che ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori»