L’antica Chiesa di Sant’ Antonio Abate e l’abbattimento dell’ antico ospedale.
Secondo la tradizione la chiesa sarebbe stata fondata nel 1370 per volontà della regina Giovanna I, ma sicuramente si tratta di una costruzione di origine più antica risalente ai tempi di Roberto d’Angiò. Alla chiesa era annesso un ospedale specializzato per la cura del fuoco di Sant’Antonio (L’Herpes Zoster), in tempi antichi noto come “ignis sacer” (Fuoco sacro). Un tipo di malattia allora molto diffuso con delle vere e proprie epidemie. La malattia si curava con un unguento a base di grasso di maiale. La costruzione della chiesa e dell’ ospedale diede il toponimo a tutta la zona circostante. Allora era un luogo periferico che presto diventerà estremamente “vitale e popolare” . Quella località che va da Porta Capuana a via Foria (l’attuale via Sant’ Antonio Abate) sarà denominata “Il borgo di Sant’Antonio” meglio conosciuto a Napoli come: “O buvero”. Ancora oggi è così denominato e vi si svolgono pittoreschi e tradizionali mercati con commerci leciti e illeciti. Questa via ha una particolare rilevanza storica. E’ una delle strade cittadine che dal 400 ad oggi ha mantenuto inalterata la propria struttura urbanistica.
Le Trasformazioni dal XIV al XX secolo
Il complesso era operativo già alla fine del XIV secolo ed era costituito dalla chiesa, dall’ospedale e dal convento. Tutta la grande struttura viene inizialmente affidata all’Ordine degli Ospedalieri di Sant’Antonio Abate. Successivamente (XVIII secolo) passerà all’Ordine Costantiniano. La storia della chiesa è caratterizzata da numerosi interventi di restauro e rimaneggiamenti, primo fra tutti quello effettuato durante il regno della regina Giovanna I intorno al 1370.
L’aspetto del progetto originale di Tommaso Senese sarà invece totalmente sconvolto nel 1699 dal cardinale Giacomo Cantelmo che volle una radicale ristrutturazione che ha cancellato l’intera struttura gotica originaria. Affiderà il restauro a Domenico Viola che l’esegue in perfetto stile barocco; nel 1701 ad Arcangelo Guglielmelli invece commissiona il progetto del pregevole altare maggiore.
Abolizione dell’ ospedale
Nel 1780, l’ospedale sarà abolito e distrutto per risistemare l’area di fronte alla chiesa. Nel secolo successivo, tra il 1825 e il 1850, sono restaurate tutte le cappelle Con interventi di restauro spesso approssimati e maldestri. Quello che rimane del complesso originario, con la chiesa, il lazzaretto, il convento e il campanile, sarà nuovamente e pesantemente ridotto, abolito e deturpato durante il “Risanamento” (fine XIX secolo). L’allargamento delle strade circostanti causerà l’abbattimento di un lato della chiesa, e di tutti gli ex edifici destinati ad ospedale. Dell’antico complesso rimane ancora visibile l’originario ingresso inglobato nel palazzo di fronte alla chiesa, sormontato dalla statua di Sant’Antonio.
Iconografia di Sant’Antonio Abate
Nell’ iconografia il Santo viene rappresentato con un maiale simbolo degli animali domestici oppure è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) infatti è considerato un inesorabile nemico del demonio. Inoltre è reputato essere potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili. Come già detto è invocato contro l’herpes zoster ed è il protettore anche dei macellai, dei contadini e degli allevatori. E’ considerato anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva dal metaforico “fuoco di Sant’Antonio”.
Il Cippo di Sant’ Antuono
Il 17 gennaio nella sera della festa del Santo, vi era un usanza molto sentita a Napoli: in ogni rione si accendeva in onore del santo il così detto “Cippo di Sant’ Antuono” che aveva una funzione purificatrice e fecondatrice (un retaggio forse di antiche feste pagane). Questo rito ormai si perpetua solo in piccole realtà rurali infatti è proibito in città a causa del pericolo della propagazione di incendi.
Fonti
La maggior parte delle scarse notizie storiche sulla storia di queste chiesa provengono da un articolo di Benedetto Croce del 1905 apparso sulla prestigiosa rivista letteraria “Napoli Nobilissima”.
Foto
Dall’ archivio personale dell’autore
Da Wikipedia: “Le tentazioni di Sant’ Antonio” di Domenico Morelli
Nortizie Utili :
La chiesa è stata riaperta al culto da gennaio di quest’anno
Parroco : Don Mario Rosario Orlando
Indirizzo: Via Foria, 302, 80139 Napoli
Telefono: 081 290465
Mail: antonioabate@chiesadinapoli.it
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