L’antica Chiesa di Sant’ Antonio Abate e l’abbattimento dell’ antico ospedale.


Secondo la tradizione  la chiesa sarebbe stata  fondata nel 1370 per volontà della regina Giovanna I, ma sicuramente si tratta di una costruzione di origine  più antica risalente  ai tempi di Roberto d’Angiò. Alla chiesa era annesso un ospedale specializzato per la cura del fuoco di Sant’Antonio (L’Herpes Zoster), in tempi antichi noto come “ignis sacer” (Fuoco sacro). Un tipo di malattia allora molto diffuso con delle vere e proprie epidemie. La malattia si curava con un unguento a base di grasso di maiale. La costruzione della chiesa e dell’ ospedale diede il toponimo a tutta la zona circostante. Allora era un luogo periferico che presto diventerà  estremamente “vitale e popolare” . Quella località che va da Porta Capuana a via  Foria (l’attuale via Sant’ Antonio Abate) sarà denominata “Il borgo di Sant’Antonio” meglio conosciuto a Napoli come: “O buvero”. Ancora oggi è così denominato e vi si svolgono pittoreschi e tradizionali  mercati  con commerci leciti e illeciti. Questa via ha una  particolare rilevanza storica. E’ una delle  strade  cittadine  che dal  400  ad oggi ha mantenuto inalterata la propria struttura urbanistica.

Lo splendido soffitto a cassettoni e il vano ove era una preziosa tela di Domenico Viola scomparsa nell’ 1945

Le Trasformazioni dal  XIV al XX secolo

Il complesso era operativo  già alla fine del XIV secolo ed era costituito  dalla chiesa, dall’ospedale e dal convento. Tutta la grande struttura viene  inizialmente affidata all’Ordine degli Ospedalieri di Sant’Antonio Abate. Successivamente (XVIII secolo) passerà  all’Ordine Costantiniano. La storia della chiesa è caratterizzata da numerosi interventi di  restauro e rimaneggiamenti, primo fra tutti quello effettuato durante il regno della regina Giovanna I intorno al 1370.

Statua rinascimentale di Vergine col Bambino. Pare che il volto della Vergine sia quello della regina Giovanna I

L’aspetto  del progetto originale di Tommaso Senese sarà invece totalmente sconvolto nel 1699 dal cardinale Giacomo Cantelmo che volle una radicale ristrutturazione che ha cancellato  l’intera struttura gotica originaria. Affiderà il restauro a Domenico Viola che l’esegue in perfetto stile barocco;  nel 1701 ad Arcangelo Guglielmelli invece commissiona il progetto del pregevole altare maggiore.

Il meraviglioso altare in marmo pregiato progettato dal Arcangelo Guglielmelli

Abolizione dell’ ospedale

Nel 1780, l’ospedale sarà  abolito e distrutto per risistemare l’area di fronte alla chiesa. Nel secolo successivo, tra il 1825 e il 1850, sono  restaurate tutte le cappelle Con interventi di restauro spesso approssimati e maldestri. Quello che rimane del complesso originario, con la chiesa, il lazzaretto, il convento e il campanile, sarà  nuovamente e pesantemente ridotto, abolito e deturpato durante il  “Risanamento”  (fine XIX secolo). L’allargamento delle strade circostanti  causerà l’abbattimento di un lato della chiesa, e di tutti gli ex edifici destinati ad ospedale. Dell’antico complesso rimane ancora visibile l’originario ingresso inglobato nel palazzo di fronte alla chiesa, sormontato dalla statua di Sant’Antonio.

Vergine con Bambino interessante frammento di affresco del periodo gotico

Iconografia di Sant’Antonio Abate

Nell’ iconografia il Santo viene rappresentato  con un maiale  simbolo degli animali domestici oppure è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) infatti  è considerato un inesorabile nemico del demonio. Inoltre è  reputato essere potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili. Come già detto è invocato contro l’herpes zoster ed è il  protettore  anche dei macellai, dei contadini e degli allevatori. E’ considerato anche  il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva dal metaforico “fuoco di Sant’Antonio”.

Il Cippo di Sant’ Antuono

Il 17 gennaio nella sera della festa del Santo,  vi era un usanza molto sentita a Napoli: in ogni rione   si accendeva in onore del santo il così detto “Cippo di Sant’ Antuono” che aveva una funzione purificatrice e fecondatrice (un retaggio forse di antiche feste pagane). Questo  rito ormai si perpetua solo in piccole realtà rurali infatti è proibito in città  a causa del pericolo della propagazione di incendi. 

Wikipedia: File:Domenico Morelli – Le tentazioni di Sant’Antonio.jpg – Tela conservata al museo di arte moderna di Roma.

Fonti

La maggior parte delle scarse notizie storiche sulla storia di queste chiesa provengono da un articolo di Benedetto Croce  del 1905 apparso sulla prestigiosa rivista letteraria “Napoli Nobilissima”.

Foto

Dall’ archivio personale dell’autore

Da Wikipedia: “Le tentazioni di Sant’ Antonio”  di Domenico Morelli

 

L’antico portale dell’ insula conventuale con la statua di Sant’Antonio Abate inglobato in un palazzo degli inizi del XX secolo

Nortizie Utili :

La chiesa è stata riaperta al culto da  gennaio di quest’anno

Parroco : Don Mario Rosario Orlando
Indirizzo: Via Foria, 302, 80139 Napoli 
Telefono: 081 290465
Mail: antonioabate@chiesadinapoli.it

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