È questo il tema del convegno tenutosi ieri all’Hotel Oriente, che promosso dall’avv.ssa M. G. Santosuosso e da Confesercenti Napoli e Campania, con la partecipazione del Vice Presidente Nazionale Confesercenti Enzo Schiavo e del coordinatore di Assoturismo Campania Roberto Pagnotta, ha trattato un tema quanto mai attuale, quello del revenge porn, ovvero, diffusione di materiale a contenuto sessualmente esplicito divulgato senza il consenso della persona ritratta. È così che uno strumento come internet, nato per connettere e abbreviare tempi e distanze per il mondo intero, usato impropriamente si trasforma in una ‘gogna’, attraverso cui esseri senza scrupoli colpiscono vittime da loro designate. Importante l’intervento del Sindaco di Napoli Prof. Manfredi e del Presidente del Consiglio degli Avvocati Tafuri.
‘Non chiamatelo Revenge Porn’ è proprio il titolo del libro dell’avv.ssa Francesca Florio, che esordisce spiegando quanto sia improprio parlare di vendetta porno, quando l’offeso è colui, e nella maggior parte dei casi colei, perché si tratta quasi sempre di materiale che ritrae donne, che si ritrova denudato della privacy e della dignità, tradito da una persona con cui ha condiviso la propria intimità, rendendo oggetto di intrattenimento per adulti una persona, minimizzando dunque lo ‘stupro’ mediatico che subisce e che invece trova riconoscimento nell’ordinamento statunitense. Ordinamento che forse ha compreso l’importanza nella vita quotidiana del cosiddetto on-line, perché anche se separati da uno schermo, dall’altra parte c’è un essere umano, e dunque quello che si configura è un reato a tutti gli effetti, con un concorso di colpa di tutti coloro che inoltrano, mettono un like o commentano. E come sottolinea l’autrice, ciò che viene postato sul web permane per sempre, condannando le vittime all’’eterno ricordo’, senza che neanche la punizione dei colpevoli possa ridare serenità all’abusato.
Dietro un’istituzione come Confesercenti, sottolinea il Presidente Schiavo, ci sono le famiglie, “ci occupiamo di economia” dice, ma poi aggiunge che l’economia ha volti e mani e ‘figli’, che restano a casa, con strumenti fortemente attrattivi come un cellulare o un pc, che talvolta svelano misteri e sono fari nell’ignoranza, ma che talaltre catapultano nella bieca miseria spirituale di chi per denaro, o per pura cattiveria, distrugge l”altro’.
Una piaga dell’attuale società, che di mediatico ha la velocità attraverso cui contenuti privati, perché di tali si tratta, divengono virali, trasformandosi in uno stillicidio che violenta l’anima e paradossalmente la carne di chi, senza commettere alcun reato, finisce alla mercé di chiunque voglia pronunciare un commento, insultare o fare parodia, forte del fatto di essere protetto da una legge sulla privacy che non consente alle autorità di intercettare i ‘vigliacchi’ che si nascondono dietro ad una tastiera. Un legislatore che non riesce a stare al passo dell’innovazione e a ciò che di malvagio può scaturire da essa, commenta l’avv. Hilarry Sedu; una macchina dalla burocrazia farraginosa, lo affianca l’avv. Enrico Rojo, che dilata i tempi invece di abbreviarli per rendere giustizia a chi ha ricevuto offesa.
E di offesa, ma anche di riscatto, parla l’avv.ssa Manuela Palombi, che lanciando un messaggio di speranza, afferma con forza che dalla violenza si guarisce, così come, di una vittoria racconta una ex vittima di violenza, che attraverso il geniale e competente sostegno dell’Associazione Forti Guerriere del quartiere Sanità a Napoli, è riuscita ad affrancarsi dal suo aguzzino, ritornando ad essere una donna libera e sana, nel corpo e nella mente.
Toccante poi l’intervento della sig.ra Giglio, madre di Tiziana Cantone, vittima di reveng porn, che dopo un lungo ed infruttuoso tentativo di ottenere giustizia, perché i colpevoli sono a piede libero, senza contare la beffa di un risarcimento pari a 20mila euro agli stessi siti su cui i suoi video sono circolati, si è tolta la vita. Forse se la nostra cultura fosse stata più aperta e meno incline a condannare e gridare allo scandalo ad un’immagine sessualmente esplicita, Tiziana si sarebbe sentita meno vittima e più compresa; se l’attenzione fosse stata più focalizzata sui diffusori, additandoli come rei, piuttosto che su di lei, forse ci sarebbe stato un interesse meno morboso rispetto a quello mostrato da migliaia di cattivi-spettatori, e sempre forse, Tiziana sarebbe ancora viva, sul carro dei vincitori.