La seconda guerra mondiale si chiuse con milioni di morti, sia civili che militari, ivi compresi circa sei milioni di Ebrei, colpevoli soltanto di professare una religione diversa dalle altre e massacrati letteralmente in vari campi di sterminio nazisti disseminati qua e là in mezza Europa. La seconda guerra mondiale iniziò il 10 settembre 1939 e si chiuse il 2 settembre 1945 con la resa del Giappone, dopo l’esplosione della bomba atomica lanciata dagli americani su Hiroshima e Nagasaki.
In questo contesto storico oramai gli alleati stavano per attraversare il Reno per annientare definitivamente le difese tedesche.
Un ultimo ponte sul Reno, quello di Ludendorff nei pressi di Remagen, rappresentava un possibile ostacolo per l’avanzata delle forze alleate. Era un ponte di acciaio sospeso sul Reno lungo ben 325 metri e alto circa 30 metri. Era stato costruito tra il 1916 e il 1919 da Karl Wiener e fu così chiamato (di Ludendorff) in onore di un noto Generale tedesco, Erich Ludendorff, che nella Grande Guerra ne aveva consigliato la costruzione. Era detto anche “Ponte di Remagen“, in quanto era un ponte ferroviario che collegava Remagen con Erpel, ubicate sulle due sponde del fiume Reno. Crollò il 17 marzo del 1945. Entrò a pieno titolo nella Storia in occasione della Battaglia di Remagen in quanto era, in effetti, l’unico ponte sul Reno catturato dagli alleati durante la predetta ritirata tedesca. Questo fu per molto tempo un episodio quasi sconosciuto, finché la sua storia fu rappresentata in un famoso film, “il ponte di Remagen” del 1969.
Il ponte era strategico e praticamente dava la via d’accesso alla Germania. Nel 1945 ci fu una epica battaglia tra gli alleati e i tedeschi che presidiavano questo ponte con varie torrette difensive e un campo completamente trincerato dotato di batterie antiaeree. Gli alleati, lo presero il 7 marzo 1945, nonostante i tedeschi minacciassero di farlo saltare; in effetti, i tedeschi lo avevano completamente minato, ma le cariche esplosive, probabilmente di scarsa qualità, non riuscirono a farlo crollare e la via per la Germania era ormai aperta. Ciò rappresentò un passo importante per la sua liberazione dal giogo nazista.
Il crollo del ponte avvenne però, come già detto, il 17 marzo 1945, ma non fu più ricostruito; di quel ponte oggi rimangono solo quattro torri, due a Remagen e due a Erpel, per altro attualmente adibite a museo proprio per rievocare quella storica battaglia. Hitler in effetti aveva ordinato di distruggere tutti i ponti compreso quello di Ludendorff, ma i soldati tedeschi non riuscirono a farlo saltare; per questo, il dittatore esonerò il Generale Gerd Von Rundstedt dal comando di tutte le forze tedesche dislocate sul fronte occidentale.
Il crollo del ponte avvenne dopo un notevole afflusso di uomini e veicoli alleati, ad opera dell’artiglieria tedesca che uccise almeno venti soldati americani.
Lo stesso Generale Eisenhower, supremo Comandante delle forze alleate, si rallegrò per quella operazione, che si aggiunse alla costruzione sul Reno di innumerevoli ponti e barche per l’assalto finale alla Germania.