Napoli. Qualcuno mi disse che le persone con la sindrome di down sono angeli in terra, sono sicura che è così; sono tra noi per ricordarci il senso della vita. Mi ritengo fortunata ed orgogliosa del fatto che un angelo Roberto faccia parte della mia vita ed è stato da subito irresistibile e mi ha reso una persona migliore. Lui è stato il mio incontro con il senso della vita, la sua gioia, il suo entusiasmo è contagioso e il suo insegnamento ad amare e amare la vita continua; non si finisce mai di imparare da lui che oggi è un ragazzo speciale, grazie al suo cromosoma in più che è la sua e la nostra ricchezza.
Chi conosce Roberto sa che lui va dritto al cuore di chi lo incontra. Ognuno di noi ha il bisogno di essere amato e Roberto ti fa sentire amato incondizionatamente senza sovrastrutture, disarmato e disarmante. Negli anni ho visto cedere i cuori più duri e tutti con Roberto manifestano il meglio di sé. E lui ricorda tutti, i nomi e le loro passioni, mai invadente sempre rispettoso ed affettuoso. Ha i suoi desideri e attese perché le persone con la sindrome di down non sono tutti uguali, in comune hanno solo la gioia di vivere.
Pensare di selezionare le nascite per evitare la vita di persone ‘imperfette’ ricorda antiche ombre che inneggiavano alla razza pura, inorridisco al pensiero perché la perfezione è innaturale, disumana perché non cede il passo all’anima che è la vera essenza. Chi ragiona così è perché non ha mai incontrato un angelo, non lo ha mai ascoltato o guardato negli occhi, non ha mai avuto a che fare con la dolcezza senza alcuna ritrosia o retro-pensiero strategico.
Lo sanno bene le mamme di questi angeli, un gruppo di loro ha costituito la ‘Bottega dei semplici pensieri’ che da anni cerca di dare dignità e formazione professionale a vario titolo ai ragazzi con la sindrome di down. Dopo la scuola dell’obbligo questi ragazzi diventano invisibili, non trovano collocazione in una società che lascia ai margini, ma i ragazzi della Bottega non cercano assistenzialismo, a turno gestiscono un bar di una scuola professionale dove integrazione assume valore concreto.
Sono stati protagonisti di diversi eventi culturali che ha visto coinvolti le migliori imprese del territorio riuscendo ogni volta a fare la differenza e a colpire per la loro inequivocabile professionalità ed entusiasmo che accresce la loro autostima e volontà di stare al mondo con una consapevolezza di un ruolo.
La Bottega presto diventerà cooperativa, si chiamerà la ‘Quercia Rossa’ un albero di profonde radici a simbolo di una cocciuta volontà a radicarsi sul territorio lavorativo come punto di formazione ed attività produttiva per dare speranza di una vita.
Roberto ha realizzato il suo sogno di diventare barman, lo incontrate al bar Serapide di Pozzuoli, con il suo cromosoma in più, grazie al quale vi servirà un caffè al sapore di un sorriso garantito che vi lascerà ammaliati.