Si dice che le scarpe strette creano i calli ai piedi, ma come mai spesso compaiono solo su un piede, oppure su punti diversi di entrambe i piedi, o ancora, come mai persone che indossano scarpe comode per la maggior parte del tempo, come pantofole, scarpe sportive, presentano comunque delle callosità? Ovviamente delle calzature scomode accelerano questo processo ma non ne sono la causa. Anche un’alimentazione ricca di zuccheri che vengono convertiti in grassi da accumulo favoriscono la formazione di calli, in quanto l’eliminazione di questi grassi avviene lungo il meridiano energetico corrispondente all’organo più debole che termina in un punto del piede. Secondo la riflessologia plantare infatti, tutti gli organi sono riflessi nel piede e quindi è possibile lavorare su tutto il corpo stimolando alcuni punti specifici del piede.
Il piede oltre ad essere una delle parti del corpo più innervata, è fondamentale per ciascuno di noi perché permette al nostro corpo di appoggiarsi a terra e sentirsi sostenuti e radicati. L’importanza di stimolare i piedi camminando a piedi nudi va oltre la nostra immaginazione, non sorprende che le popolazioni tribali abbiano così tanta forza energia e salute. Il callo vero e proprio è in contatto con le terminazioni nervose e genera dolore, mentre le callosità sono ispessimenti cutanei e non sono dolenti. Normalmente l’energia fluisce fuori e dentro le dita e nelle piante dei piedi, ma quando ci sono delle callosità questo flusso è bloccato e si ha una minore vitalità. Dobbiamo quindi capire quali organi sono sotto sforzo e lavorare sia sul piano emotivo che dietetico. Infatti secondo la medicina cinese ad ogni orfano corrisponde un’emozione che può indebolirlo.
Fisiologicamente le dita del piede sono composte da tre falangi per ogni dito, ad eccezione dell’alluce che ne ha due. Simbolicamente le tre falangi ci riportano al concetto di uomo tra cielo e terra.
- La 1° falange, quella verso il tallone, rappresenta il collegamento con la terra e nel corpo rappresenta la zona dall’ombelico in giù e quindi assolve alle funzioni più fisiche e anche più materiali, per esempio la procreazione, l’evacuazione, la sessualità.
- La 3° falange, detta anche falangetta, proprio per la zona in cui si colloca rappresenta il collegamento con il cielo, è collegata nel corpo alla zona dal diaframma in su e per questo assolve agli aspetti più sottili come l’idealità, il pensiero, ma anche quegli aspetti fisici che non controlliamo come il respiro e il battito cardiaco.
- La 2° falange invece proprio perché sta nel mezzo tra cielo e terra indica l’uomo ed è una sorte di mediazione tra una realtà e l’altra e nel corpo è situata tra l’ombelico e il diaframma ed è in diretta relazione con la metabolizzazione nel senso più ampio del termine.
Per ritornare ai nostri calli, un dito ad uncino che presenta un callo tra tra 2° e 3° falange molto probabilmente suggerisce un conflitto tra uomo e cielo, per esempio un eccessivo controllo delle emozioni o un idealismo troppo pronunciato; un callo sul 2° dito esprime in genere una difficoltà di realizzazione di se stessi, sul 3° dito un conflitto i propri valori, sul 4° dito indica difficoltà in eccesso o in difetto nell’ambito dell’affettività ed infine sul 5° dito, sempre molto dolente, che molte volte si presenta addirittura gonfio e congestionato suggerisce difficoltà di espressione istintiva/sessuale (la sessualità essendo un’energia libera è considerata una parte creativa molto importante per l’individuo, che non è direttamente collegata all’atto sessuale vero e proprio). Si tende quindi a trattenere e a non lasciarsi andare al flusso naturale degli eventi.”
L’eliminazione delle callosità, certamente poco estetiche ma a volte funzionali, non saranno mai definitive perché il corpo continuerà a manifestare lo squilibrio finché non sarà ascoltato.
Fonte articolo & foto: https://casabenessere.wordpress.com/2017/05/04/tuoi-calli-parlano-il-messaggio-inascoltato-dei-piedi, 4 maggio 2017