Si sa che l’antica Puteoli era un rinomato centro culturale e commerciale dell’antichità.
Da sempre vengono ritrovati ancora oggetti e tracce di duemila anni fa.
Recentemente la città ci ha restituito degli affreschi su un muro di una domus pompeiana in un ambiente destinato al culto degli antenati (il Larario).
Sono emerse figure di vario colore molto acceso, come serpenti, pavoni, animali vari, uccelli, piante e fiori. Gli studiosi, come è usuale, si stanno accanendo nell’esame di questo reperto. Come detto, i colori dell’affresco sono ben nitidi. Non è una novità: l’antica città ha già restituito nel corso del tempo pezzi di domus, di affreschi vari, di strade, di fogne, di antiche palestre, di fontane e, racchiusi nei noti calchi di gesso, alcuni abitanti, sorpresi dalla violenza dell’eruzione del Vesuvio del 79 D.C. Gli ultimi giorni di Pompei sono stati nel corso del tempo rappresentati anche in noti film, seppur con alcuni evidenti errori storici.
Comunque la perfezione e la fattura degli affreschi ritrovati ci raccontano di una antica città in continuo sviluppo, crocevia di culture occidentali ed orientali (si pensi all’antico culto di Iside), proprio conseguenza degli intensi scambi commerciali con terre lontane. Naturalmente la nostra preoccupazione va alla conservazione ed alla manutenzione di questi affreschi ritrovati, considerato che i reperti archeologici, come è ovvio, vanno costantemente monitorati, al fine di effettuare le dovute manutenzioni e la relativa messa in sicurezza degli stessi, compatibilmente con le disponibilità messe in campo dai vari enti istituzionali.
Questo patrimonio va tutelato e mantenuto regolarmente e non sporadicamente: un esempio concreto attuale proviene dalla gestione della antica Reggia di Caserta, che ha portato ad un aumento dei visitatori in soli due anni del doppio degli anni precedenti.
Dice una famosa canzone: “si può dare di più… senza essere eroi”. È il nostro caso.