Durante i lavori di messa in sicurezza e rimodulazione dei fronti di scavo nell’area di cantiere della Regio V a Pompei, è emerso un affresco con due gladiatori al termine del combattimento, l’uno vincente, mentre l’altro soccombe.

Si tratta della scena di un combattimento tra un “Mirmillone” e un “Trace”, due tipologie di lottatori distinti da armature differenti e classici avversari nelle lotte gladiatorie”, si legge nel sito del Ministero dei Beni Culturali.

Su uno sfondo bianco, delimitato su tre lati da una fascia rossa, si compone la scena di lotta tra i due gladiatori. Quello sulla sinistra è un “Mirmillone” della categoria degli “Scutati”: impugna l’arma di offesa, il gladium, (corta spada romana) e un grande scudo rettangolare (scutum) e veste un elmo a tesa larga dotato di visiera con pennacchi, il cimiero.
L’altro, in posizione soccombente, è un “Trace”, gladiatore della categoria dei “Parmularii”, con lo scudo a terra. È rappresentato con elmo (galea), a tesa larga ed ampia visiera a protezione del volto, sormontato da un alto cimiero”.

L’affresco di forma trapeizodaile misura circa 1,12 mt x 1,5mt, ed è stato rinvenuto in un ambiente alle spalle dello slargo di incrocio tra il Vicolo dei Balconi e il vicolo delle Nozze d’Argento, nel sottoscala, forse di quella che fu una bottega od una bettola, probabilmente frequentata da gladiatori e dunque facilmente luogo d’incontro con prostitute.

“Il sito archeologico di Pompei, fino a qualche anno fa, era conosciuto nel mondo per la sua immagine negativa: i crolli, gli scioperi e le file dei turisti sotto il sole. Oggi è una storia di riscatto e di milioni di turisti in più. Oggi è un sito accogliente, ma soprattutto è un luogo in cui si è tornati a far ricerca, attraverso nuovi scavi. La scoperta di questo affresco dimostra che davvero Pompei è una miniera inesauribile di ricerca e di conoscenza per gli archeologi di oggi e del futuro”. Così  Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turimo, sottolinea l’operato dei tanti impegnati in attività di recupero della meravigliosa Pompei, ed aggiunge: “Due gladiatori al termine del combattimento. Una scoperta senza precedenti degli archeologi di Pompei che per la prima volta dal 79 d. C. scavano in un’area di Pompei mai indagata fino a oggi. Una meraviglia che tutto il mondo ammira”. 

“E’ molto probabile che questo luogo fosse frequentato da gladiatori. – dichiara il Direttore Generale Massimo Osanna – Siamo nella Regio V, non lontani dalla caserma dei gladiatori da dove, tra l’altro, provengono il numero più alto di iscrizioni graffite riferite a questo mondo. In questo affresco, di particolare interesse è la rappresentazione estremamente realistica delle ferite, come quella al polso e al petto del gladiatore soccombente, che lascia fuoriuscire il sangue e bagna i gambali. Non sappiamo quale fosse l’esito finale di questo combattimento. Si poteva morire o avere la grazia. In questo caso c’è un gesto singolare che il trace ferito fa con la mano, forse, per implorare salvezza; è il gesto di ad locutia, abitualmente fatto dall’imperatore o dal generale per concedere la grazia. L’ambiente di rinvenimento è solo parzialmente portato in luce – su un lato emerge un’altra piccola porzione di affresco che rivela la presenza di un’altra figura- in quanto lo scavo dello stesso è stato possibile a seguito dell’intervento di rimodulazione dei pendii dei fronti e alla loro messa in sicurezza, che costituisce l’esigenza prioritaria di tutto il cantiere della Regio V”.

FONTEAnsa.it
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