In questi giorni, nell’Artico, sta proseguendo lo scioglimento del permafrost, che rischia di diventare una vera e propria minaccia non solo per la salute e l’ambiente, ma rischia di poter far accelerare il riscaldamento globale in quanto tale terreno ghiacciato copre un quarto della terra esposta.
Il permafrost ha migliaia di anni ed occupa un’ampia fascia tra il circolo polare artico e le foreste boreali, partendo dall’Alaska alla Russia, fino a giungere in Canada, variando in profondità da un’estensione di pochi metri fino a diverse centinaia.
Quello che lo rende estremamente pericoloso è il fatto che in esso sono sepolti all’incirca 1,7 trilioni di tonnellate di carbonio, presenti sotto forma di materia organica congelata: i resti di quelle che erano, una volta, piante marce e animali morti da lungo tempo, rimasti intrappolati nei sedimenti, che successivamente si sono coperti di lastre di ghiaccio.
Al suo interno è contenuto il doppio di carbonio – sotto forma di metano e CO2 – presente nell’atmosfera terrestre; in caso di scioglimento, la materia si riscalderebbe decomponendosi, rilasciando il carbonio presente e causando una massiccia accelerazione del riscaldamento globale che, se continuerà senza sosta, finirà per rilasciare una bomba al carbonio di gas serra.