Non sempre i filosofi si interessano, come si crede, dei grandi problemi della vita; talvolta finiscono per occuparsi anche di questioni di natura estremamente terrena.
Almeno ciò è quanto successo prima ad Aristotele e poi a Francesco Bacone, entrambi alla ricerca delle ragioni dello “starnuto riflesso fotico” (o sindrome ACHOO).
La terminologia medica che indica tale fenomeno può trarre in inganno, ma lo starnuto riflesso fotico non è altro che lo starnuto o la serie di starnuti che colpiscono chi si espone improvvisamente a forti fonti di luce.
Questa sindrome colpisce fino al 35% della popolazione e le sue cause non sono tuttora accertate.
Secondo Aristotele, che ne scrive nel dubbiamente autentico “Libro dei Problemi”, lo starnuto è provocato dal calore. Quindi, così come si starnutisce se il prurito di una piuma ci fa arricciare e muovere il naso scaldandolo, lo stesso accade quando si è soggetti al calore del sole.
Ben più scientifica potremmo definire, invece, la soluzione proposta da Bacone, il quale, usando il “Metodo Baconiano”, si accorse che la sindrome colpiva solo coloro che avevano gli occhi aperti.
Il filosofo e scienziato pensò, dunque, che la luce del sole potesse irritare gli occhi, facendoli lacrimare e causare il fatidico accesso di starnuti.
Entrambe le soluzioni, per quanto interessanti, si sono purtroppo rivelate errate.
Le teorie attualmente più accreditate sono due: quella nervosa e quella evolutiva.
Secondo la prima, che ha in realtà diverse versioni, lo starnuto riflesso fotico sarebbe causato da una errata eccitazione di aree del cervello legate a vari movimenti facciali diversi.
La seconda, invece, punterebbe sul forte carattere ereditario della sindrome: secondo alcuni scienziati, infatti, starnutire una volta espostisi al sole e quindi all’aria aperta, permetteva ai nostri antenati di liberare le cavità nasali dai germi che vi erano entrati, proteggendoli, almeno in parte, dalla sporcizia che ha caratterizzato le dimore umane per quasi tutta la loro storia.