Un viaggio nelle storie e curiosità, fra degrado ed eccellenze, degli ospedali Napoletani.
Introduzione
In una serie di articoli ci occuperemo della Sanità a Napoli dal Medioevo alla fine del regno d’Italia. In in questo primo articolo che sarà suddiviso in tre parti pubblicate separatamente, descriveremo gli ospedali funzionanti in città durante il periodo borbonico compreso il decennio francese.
Prima del XVII° l’assistenza sanitaria sviluppatasi a Napoli era molto apprezzata e conosciuta, sebbene si basasse solo sulla buona volontà, la carità e le competenze degli enti ecclesiastici, che in modo empirico, senza nessuna strategia, la esercitavano sul territorio cittadino.
Sotto l’astro dei Borbone che mantennero molto delle innovazioni e riforme illuministiche del decennio murattiano , il XIX° secolo affermerà la modernità della medicina come professione. Si organizzò l’efficienza di una rete ospedaliera, ove medici esercitarono l’arte di guarire in modo scientifico e universale. In quel contesto si formò una delle migliori scuole di medicina del tempo. Alcuni di questi nosocomi furono ospedali di formazione e di alta specializzazione, come il Collegio Medico-Cerusico degli Incurabili, vero cenacolo illuministico, con sede nel proto-ospedale del Regno delle Due Sicilie: Santa Maria del Popolo degli Incurabili.
La Storia
Nel 1838 Salvatore De Renzi nella sua “Topografia e Statistica Medica ” elenca le seguenti strutture sanitarie operanti nella capitale del regno:
Ospedali militari :
Ospedale della S.S. Trinità delle monache
Ospedale del S.S. Sacramento
Ospedale della Reale Armata di mare Piedigrotta
(Dal 1839) Ospedale militare della Consolazione
Ospedali civili :
Complesso degli Incurabili :
(con due succursali)
I) A Sant’Efremo nuovo II) A Torre del Greco
L’ospedale di Loreto
L’ospedale di San Francesco
Ospedali di Sant ‘Eligio (femminile) e Della Pace (maschile)
L’ospedale dei Pellegrini
L’ospedale della Cesarea
L’ospedale di Santa Maria della Fede
Altre strutture sanitarie
Inoltre vi erano uno stabilimento per i sordomuti e uno per i ciechi più una “Reale casa di matti ” ad Aversa. Si tratta del più antico manicomio, in epoca moderna, ed uno dei più grandi. In origine, la sede manicomiale del Regno di Napoli era ubicata nel cinquecentesco Ospedale “degli Incurabili”. In età borbonica ci si accorse della sua inadeguatezza e la necessità di creare degli spazi appositamente attrezzati e configurati.
Dunque, la “pazzaria degli incurabili” venne smantellata e creato il primo luogo deputato esclusivamente alla cura e al ricovero dei malati psichiatrici, con un secolo di anticipo rispetto alla futura Italia. Il manicomio di Aversa venne creato nell’antico convento della Maddalena dei Frati minori osservanti, che aveva già in origine ospitato l’Hospitium leprosorum S. Mariae Magdalenae, per la cura dei lebbrosi. Ma ben presto il convento si rivelò insufficiente, Gioacchino Murat nel 1813 con un regio decreto istituì le “Reali Case de’ matti”, il più moderno e funzionale ospedale pischiatrico d’Europa. Con la restaurazione Borbonica il nosocomio ottiene ulteriori ammodernamenti. Diventa sempre più importante al punto che re Ferdinando vi portava i nobili in visita.
Curiosità
L’umanista e storico Gaetano Parente scriveva che questi rimanevano “attoniti del vedere per esempio un biliardo fra i pazzi, dell’udirli a suonare e cantare e talvolta recitar commedie e conversare con chicchessia affabilmente; non più catene, (…) alla reclusione antica sostituito il beneficio della vita attiva ed i giocondi passatempi e le salubri passeggiate per l’aprica campagna”.
Le varie denominazioni dell’Ospedale psichiatrico durante i suoi 187 anni di operatività :
Reali Case dei Matti di Aversa 1813 – 1815
Real Morotrofio” dal 1815 al 1865
Reale Manicomio di Aversa 1865 – 1934
Reale Ospedale psichiatrico 1934 – 1947
Manicomio civile di Aversa dal 1947 fino alla sua dismissione iniziata 1980 e finita nel 1999.
Istituti religiosi e civili
Oltre agli ospedali in città esistevano anche una miriade di realtà di Pubblica Beneficenza e assistenza anche sanitaria fra cui le più importanti erano :
Real Casa Santa Dell’ Annunziata
Real Albergo dei Poveri
Real Ospizio di San Pietro e Gennaro extra moenia
Inoltre vi erano delle strutture sanitarie all’ avanguardia nel tempo, fra le quali l’ istituto centrale di vaccinazioni, e la sopraintendenza di salute e per lo studio
Accademie e strutture universitarie di studio e ricerca
Accademia medico chirurgica, l’ Accademia reale delle scienze e la Regia Università degli studi collegio medico-cerusico. L’università inizia ad operare nel 1764 e viene chiusa nel 1799 quando i Borbone fecero scattare una sanguinosa rappresaglia contro i medici colpevoli di seguire idee “giacobine”.In quel contesto sono incendiate dall’armata Sanfedista sia la prestigiosa biblioteca che il convento, sede del collegio medico cerusico. Rifondata nel 1810 con Gioacchino Murat nell’ Ospedale degli Incurabili per la formazione di buoni medici e farmacisti, fu poi trasferita successivamente nel convento di San Gaudioso. La prestigiosa scuola di medicina continuerà ad operare anche con la restaurazione Borbonica dopo il Congresso di Vienna ed ancora oggi il convento di San Gaudioso è una delle sedi della prima facoltà di medicina di Napoli.
(Parte prima)
Gli ospedali militari
Ospedale della S.S. Trinità delle monache
“Dotti e sperimentati professori sanitari, ottimi regolamenti, savi e zelanti direttori, ed una disciplina severissima rendono questi stabilimenti degni della mugnificenza e della filantropia dell’ ottimo nostro Sovrano.”
L’imponente struttura sanitaria era situata in cima alla salita di “Magnocavallo” in un ex convento di suore francescane che era stato costruito nel 1606. Incaricato della costruzione con l’attigua chiesa era stato l’architetto Grimaldi. Cosimo Fanzago invece progettò e realizzò lo scalone monumentale e l’ atrio . La struttura è espropriata nel marzo del 1806 durante il decennio francese e Gioacchino Murat la trasforma in ospedale militare nel 1808. Sotto il Borbone, nel 1854 aveva 800 posti letto ed era il principale ospedale militare del regno. Ha continuato ad avere questa funzione anche dopo l’unità di Italia fino agli anni 80. Il magnifico e storico edificio da allora è in un raccapricciante stato di abbandono nonostante si siano elaborati numerosi progetti per il suo recupero. Senza un intervento massiccio di risorse dello stato e di privati non credo che con gli striminziti bilanci del comune, proprietario dell’ immobile, si possa mai risolvere il problema. A stento si riescono a mantenere aperti i giardini. Una piccola parte del mastodontico edificio è affidata ad un commissariato di Polizia.
Del SS. Sacramento (Ex convento Carmelitane)
Nella strada dell’infrascata sorgeva l’ex convento delle carmelitane fondato nel 1646. il sito fu espropriato nel decennio francese e trasformato in ospedale militare. Conservato a tale funzione anche dopo la restaurazione borbonica nel 1854 aveva 400 posti letto. La struttura fu demolita nel 1927 e trasformata in civili abitazioni. Delle antiche “vestigie” si è salvata la chiesa e alcune parti architettoniche dell ‘antico chiostro che sono state inglobate nel cortile del moderno palazzo.
Come già premesso l’ospedale fu ricavato in un antico convento di Carmelitane costruito nel 1645, il complesso in un primo momento si chiamò del S.S Sacramento alla cui denominazione cui nel 1673 su istanza di Gaspar Roomer di Anversa uno dei maggiori benefattori delle monache in onore della figlia che in quel convento aveva preso i voti venne aggiunta anche ” Santa Maria Maddelena dei pazzi”. Nel 1806 il convento fu soppresso e trasformato in ospedale militare. L’attigua chiesa fu trasformata prima in un fienile e poi in una stalla. Con il ritorno dei Borbone l’ospedale militare continuò la sua funzione. La chiesa fu ripristinata, su istanza degli abitanti dell’Infrascata che supplicarono il sovrano di restaurala e farla ritornare alla devozione popolare. Il sovrano acconsentì al ripristino purché del suo mantenimento e manutenzione se ne occupassero il parroco dell’ Avvocata (uno dei quartieri di Napoli), il direttore e i complementari dell’ ospedale a proprie spese.
Real Ospedale dell’ Armata di Mare di Piedigrotta
Nella strada di Piedigrotta vi era l’ospedale centrale della real Marina borbonica. L’ospedale era situato nel convento dei frati lateranensi contiguo alla chiesa di Piedigrotta e già operava prima della “fuga” di Ferdinando IV a Palermo. Ingrandito nel 1808 durante il periodo francese fu ulteriormente ristrutturato con l’aggiunta di fonti termali terapeutiche presenti in quella zona durante la restaurazione borbonica e poteva ospitare oltre 300 posti letto.
La facciata principale dell’ ospedale .
Nel 1867 la reale marina Italiana inserì la struttura nella propria organizzazione sanitaria insieme a quella dell’ospedale di Marina Sant’Anna a Venezia. In quella occasione fu requisita anche la parte del convento che era ancora occupato dai monaci che comprendeva lo splendido chiostro. Il chiostro, a pianta rettangolare, è opera di Tommaso Malvito ed è arricchito da entrambi i lati con colonnato e capitelli in marmo con gli stemmi aragonesi e delle famiglie nobili locali.
L’ospedale ha continuato a svolgere la sua funzione fino ad una decina di anni fa. Da allora è in un indecoroso stato di abbandono.
Ospedale militare della Consolazione:
L’ ospedale militare era un ex monastero di suore francescane nei pressi di porta San Gennaro situato in via della Consolazione. Era stato fondato nel 1524 con l’annessa chiesa. Durante il periodo francese, intorno al 1807, fu espropriato e ceduto agli incurabili che vi posero le suore riformate. Nel 1830 diviene ospedale per colerosi e dal 1839 ospedale militare con 100 posti letto. Dopo l’unità di Italia è prima trasformato in caserma di Pubblica Sicurezza e poi adibito a civili abitazioni. Dell’ antico convento sono rimaste solo poche testimonianze architettoniche inglobate e murate nella divisione degli appartamenti.
Tutto il complesso versa in un un imperdonabile degrado. Solo la chiesa è rimasta con la sua facciata barocca.
Dello stesso autore :
Gli ospedali a Napoli al tempo del Borbone – Parte II
Gli ospedali a Napoli al tempo del Borbone -Parte III
Fonti Bibliografiche :
Nicolò Carletti ” Topografia Universale della città di Napoli in Campagna felice” – Copia anastatica del 1776.
Giuseppe Sigismondo : “descrizione della città di Napoli e i suoi borghi” – copia anastatica del 1788 Arnoldo Forni Editore 1989
Salvatore De Renzi: “Osservazioni sulla topografia medica del regno di Napoli” 1838
Erasmo Pistolesi: “Guida metodica di Napoli e i suoi contorni”– Copia anastatica del 1845
Teresa Filangieri Ravaschieri Fieschi : “Storia della carità Napoletana”- Morano 1879
Gennaro Aspreno Galante: “Guida Sacra alla Città di Napoli” – A cura di Nicola Spinosa – Società Editrice Napoletana 1985
Carlo Celano: “Notizie del bello e dell’antico e del curioso della città di Napoli “curata da G.B.Chiarini – copia anastatica dell’ edizione del 1856- Ed, Dell’ anticaglia 2000
Autori vari : “Napoli Sacra Guida alle Chiese della Città” – Elio De Rosa Editore 1996
Giuseppe Maria Galanti : “Nuova guida per Napoli e suoi contorni “- Copia anastatica del 1845 di Arnoldo Forni Editore 1990 .
Ida Maietta e Angelo Vanacore: “L’Annuziata (Chiesa e Santa Casa)” – Ed Eidos sas 1997
Candida Carrino: “Andar per Monasteri” – Ed .Intra Moenia- 2014
Vincenzo de Pasquale : “Quando i malati erano incurabili…”– Ed Stamperia del Valentino 2014
Antonio Emanuele Piedimonte : “Alchimia e medicina a Napoli”– Ed. Intra Moenia 2014
Dello stesso autore : Le porte di Napoli