Orvieto: un borgo italiano famoso per il suo Duomo ma che, in realtà, possiede molti siti di interesse che possono essere scoperti solo in questa località e, tra le sue opere meno note, vi è il Cristo scolpito nella rupe, databile tra il 1500 e il 1600. Tra le sue perle nascoste vi è un crocifisso inciso nel tufo, sito all’interno di una piccola chiesa rupestre e nonostante la bellezza e l’unicità di tale opera, finora sono in pochi a conoscere la sua presenza, che sembra risalire al XVI secolo anche se le prime notizie su questo edificio religioso risultano datate attorno al 1615. Attualmente, il crocifisso non versa in ottime condizioni e presenta diversi segni di rimaneggiamento.
Originariamente l’opera era posta all’esterno dell’edificio religioso, il quale presentava delle dimensioni sicuramente maggiori di quelle attuali e, intono a quest’opera di inestimabile valore sembra esserci una leggenda, la quale narra che il crocifisso sia stato scolpito nel tufo da Floriano, un legionario dell’esercito romano presente in quest’area della penisola nel VI secolo d.C. durante la guerra gotica. Si racconta, però, che i soldati dell’esercito lo accusarono di omicidio e furto e, ferito dal disonore e dalla vergogna per queste accuse, decise di suicidarsi gettandosi da una rupe ma, essendo un uomo molto credente Dio lo salvò e lui, per ringraziarlo di avergli dato un’altra possibilità, scelse di realizzare con la roccia vulcanica della rupe di Orvieto un crocifisso, che è quello che tutt’ora viene conservato all’interno della chiesa che però non è aperta, rendendo quest’opera non visibile al pubblico.
Per via della presenza di questo crocifisso la necropoli etrusca, che è alla base della rupe di Orvieto, oggi è nota come la necropoli del Crocefisso del Tufo e, a differenza delle necropoli di Cerveteri, il complesso di Crocifisso del Tufo è composto da almeno duecento tombe a camera a pianta rettangolare realizzate in blocchi di tufo.