Il 1° novembre è stata inaugurata una mostra retrospettiva di Escher, al Palazzo delle Arti di Napoli, meglio noto come PAN.
La grande retrospettiva presenterà sia le opere del visionario genio e sia un’ampia sezione dedicata all’influenza che il suo lavoro e le sue creazioni esercitarono sulle generazioni successive.
La mostra è stata promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli ed è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con la M.C. Escher Foundation e curata da Mark Veldhuysen e Federico Giudiceandrea.
Maurits Cornelis Escher fu uno straordinario incisore e grafico olandese, conosciuto per le sue incisioni su legno, litografie e mezzetinte che ci trasportano in un mondo sovrasensibile ed onirico che appare con le sue costruzioni impossibili, perlustrazioni di un orizzonte lontano ed infinito, su vari piani e spazi con motivi a geometrici che si incastrano come realtà parallele e unite da una forma che liquefa, si trasforma e muta improvvisamente.
Esposti opere a cui si sono ispirati altri artisti e generazioni successive per dischi e i fumetti, per la pubblicità per il cinema. Un viaggio di 200 opere che parte da Escher per arrivare ai giorni nostri.
Di Escher noi conosciamo molte opere che sono diventate “icone” di un simbolismo è uno tra i grafici più famosi al mondo, noto soprattutto per le sue costruzioni impossibili, come ad esempio “Relatività” e le stampe, come “Metamorfosi I” o “Rettili”.
Escher si appassionò alla grafica nonostante i suoi professori ne mortificassero il talento nel disegno, e grazie ai suoi viaggi, soprattutto in Italia, trasferendosi poi a Roma con la moglie riuscì a realizzare liberamente le sue opere. Da qui il suo lavoro divenne più realistico con la realizzazione di incisioni paesaggistiche, forse proprio legati al classicismo che lo circondava.
Escher realizzò in totale 448 litografie, xilografie e incisioni su legno e oltre 2000 disegni e schizzi, portando chiunque le ammiri in un mondo “da sogno”.