Per molti la Matematica è un argomento difficile e ad altri non piace, ma per chi riesce ad apprezzarla è un valore aggiunto alla proprie competenze, certamente, non se ne può fare a meno.
Tantissimi sono i nomi famosi legati alla matematica e alle sue branche, alle sue teorie e tra questi vi è un personaggio avvincente e dalla storia drammatica: Evariste Galois.
Questo giovane matematico fu travolto da un destino crudele e del tutto impensabile. Nacque in Francia nel 1811 e si distinse fin da subito per acume ed intelligenza, soprattutto negli studi, tanto che a soli 19 anni, presentò una delle più importanti teorie dell’algebra astratta, che infatti porta il suo nome, ovvero la Teoria di Galois.
Ancora adolescente, è stato in grado di determinare una condizione necessaria e sufficiente affinché un polinomio sia risolubile per radicali, risolvendo quindi un problema vecchio di oltre 350 anni. I suoi lavori hanno portato alla nascita della teoria di Galois e della teoria dei gruppi, due importanti branche dell’algebra astratta. In parole, più semplici per alcuni di noi, il prodigio, poco più che adolescente riuscì a determinare un metodo generale per scoprire se un’equazione sia risolvibile o meno con operazioni quali somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione, elevazione di potenza ed estrazione di radice.
Ma nella vita era un fervente repubblicano rivoluzionario, ed è famoso il suo brindisi al re con in mano un coltello, che ovviamente lo portò in prigione e che solo grazie a degli amici che testimoniarono a suo favore riuscì ad essere scarcerato.
Secondo una storia-leggenda, inoltre, egli considerava gli esercizi di matematica banali e non interessanti e che quindi si rifiutasse di risolverli, irritato dall’esaminatore dell’École polytechnique che gli voleva imporre la risoluzione di quegli esercizi, infatti, gli scagliò contro il cancellino della lavagna. Non entrò mai nell’istituto.
Il suo comportamento probabilmente era condizionato (forse) dal suicidio del padre.
Egli continuò ad essere sempre più preso dalle azioni rivoluzionarie, e quando nel gennaio 1831 Galois inviò a Poisson, grande matematico e fisico, un breve riassunto dei suoi lavori, chiedendogli di presentare il suo lavoro all’Accademia, ebbe un rifiuto. In quel momento era in carcere e la lettera di rifiuto affermava che l’esposizione non era chiara ed era impossibile analizzarne con chiarezza la rigorosità, e lo invitava a lavorare per rendere il lavoro più rigoroso e comprensibile. Si è molto discusso sul perché un matematico intelligente come Poisson non sia stato in grado di riconoscere il valore della teoria.
Dei suoi contributi alla matematica dobbiamo aspettare dopo la sua morte, infatti sono stati pubblicati postumi nel 1846 da Joseph Liouville che, ricevuto il manoscritto, lo lesse attentamente e lo sistemò per rendere l’esposizione più semplice. Al termine del suo lavoro Liouville dichiarò che effettivamente Galois aveva risolto il problema generale.
Ma come è morto questo giovane e straordinario matematico?
Galois morì a 21 anni durante un duello con il gentiluomo parigino Pescheux d’Herbinville, fidanzato di Stéphanie, la donna di cui Evariste Galois si era innamorato. Quest’ultimo lo l’aveva sfidato a duello già sicuro di vincere essendo un esperto tiratore. Il 31 Maggio 1832, di prima mattina venne colpito da un proiettile all’addome. Fu soccorso solo dopo alcune ore dal fratello giunto sul posto del duello e il giorno seguente morì, probabilmente di peritonite, all’ospedale di Cochin. Le sue ultime parole, dette al fratello Alfred, furono: «Non piangere! Ho bisogno di tutto il mio coraggio per morire a vent’anni». Galois venne sepolto in una fossa comune e si ignora tuttora dove riposino i suoi resti.
In verità, la sua morte da subito non fu chiara e secondo altre versioni per il suo decesso viene accusata la polizia segreta del re e che il duello fu solo una copertura per nascondere un omicidio politico cui si era prestata la donna contesa, Stéphanie. Quale sia la vera versione non è noto. È certo invece che Galois fosse sicuro di morire durante quel duello, al punto che passò tutta la notte precedente a cercare di sistemare i suoi lavori matematici: in questi vi sono infatti delle annotazioni in cui afferma che gli manca il tempo per un’esposizione più completa e chiara.
Così particolare e misteriosa la sua morte che è stato girato un film dal regista Ansano Giannarelli dal titolo “Non ho tempo” nel 1973 che narra le vicende riguardanti la vita di Évariste Galois, nonché alcune pièce teatrali.
Oggi nel cimitero di Bourg-la-Reine si trova un cenotafio in suo onore.