“O mi arrestano o vado a vanti a fare quello che ho fatto finora, non mi mettono paura”.
Matteo Salvini commenta così il processo a cui, a breve, dovrebbe essere sottoposto per i blocchi dei migranti quando era vice premier – in particolare nel caso Carola Rackete – mettendo in pericolo persone in cerca di presunta salvezza da guerre ed altro.
“Viviamo un momento surreale in cui ci sono arresti in Valle d’Aosta, in Calabria e in Piemonte, ma c’è qualcuno che vuole arrestare a Milano, non per corruzione ma per sequestro di persona, poiché ho bloccato lo sbarco di 140 persone”.
Incalza ancora Salvini, le cui parole lasciano presagire venti di guerra i cui effetti non fanno che portare alla memoria i discorsi più tipici del ventennio fascista, quando l’Italia non seppe fermare uno dei più grandi sbagli della sua storia.
“Quando ci sarà il processo sarà una festa della libertà”.