Il Presidente del Consiglio Mario Draghi sceglie un protocollo unico per rientrare in classe e ridurre il più possibile le possibilità di contagio limitando al minimo ogni forma di contatto. Quello dell’istruzione è sicuramente uno degli argomenti di cui si è dibattuto di più nell’ultimo anno soprattutto per la DAD (didattica a distanza) che tutt’ora scatena manifestazioni pro e contro.
Quello che preoccupa delle scuole aperte è l’effetto domino che da esso dipende dalla quotidianità: dai contatti tra i ragazzi una volta fuori dalle aule ai trasporti che rischiano di diventare nuovamente veicolo privilegiato per la diffusione del virus.
Certo è vero che le lezioni online sono oramai insostenibili: per le famiglie, per le difficoltà di tenerli a casa, per i ragazzi che perdono il confronto e il contesto sociale, e per lo Stato che si trova costretto a stanziare sempre nuovi fondi.
Il motto dovrà essere: agire con tempestività e sicurezza. Oggi è stato il giorno in cui bambini di asili, elementari e prima media sono tornati in classe, e in queste ore è scattata la discussione ministeriale tra i dicasteri della Salute e dell’Istruzione che diventerà subito operativa con questa nuova intenzione di protocollo unico.
La prima regola sarà che – non ci si potrà fermare davanti ai distributori automatici di cibi e bevande (che se necessario saranno disattivate), non ci si potrà riunire fuori dalle aule, in cortili o corridoi.
Un’unica idea di protocollo da seguire nel momento in cui uno studente risulti positivo e le nuove regole cercheranno proprio di rispondere alle tante domande cui finora ognuno ha risposto seguendo principi diversi. La durata della sua quarantena per quella classe, i periodi necessari per fare il tampone, i tempi della Dad per lo studente contagiato, il conteggio e la giustificazione delle assenze.
Una collaborazione e interazione tra scuola, famiglia e Asl, con la supervisione del Dirigente Scolastico.