Aumentano gli assembramenti e si ripete il tira e molla tra le Regioni a colori. Con quasi tutta Italia in zona gialla (ma con 11 Regioni ancora a rischio) e la riapertura di bar e ristoranti, è inevitabile che crescerà la curva epidemiologica: tra qualche settimana i contagi torneranno ad aumentare.
Difficile pretendere dagli italiani che restino a casa quando fuori quasi tutto riapre. Per questo stanno facendo parecchio discutere le parole pronunciate ancora una volta dagli esperti del Cts.
Il coordinatore Agostino Miozzo ha detto chiaramente che il riversarsi delle folle per strada è comprensibile ma non accettabile, perché “il virus è tra noi, non siamo fuori dall’emergenza”. Siamo faticosamente arrivati in zona gialla dopo un periodo durissimo, “a caro prezzo, quello di settimane di restrizioni”, e ora rischia, di nuovo, di andare tutto in fumo. “La speranza di un ritorno alla normalità rischia di farci tornare al periodo post estivo quando a settembre ci siamo ritrovati con una curva schizzata in alto” avverte Miozzo.
Ma ora la situazione è anche più preoccupante di allora: a spaventare gli esperti sono le varianti Covid, “di cui non conosciamo la reale distribuzione sul territorio nazionale ma sappiamo tutto della velocità con cui si diffondono”.
Ci giocheremo dunque tutto nelle prossime due settimane. Da qui a metà febbraio, proprio in base all’andamento dei nuovi positivi, si decideranno le prossime riaperture. Venerdì 5 marzo scadrà il Dpcm 14 gennaio 2021, ed è praticamente certo che si andrà avanti ancora per mesi con la suddivisione in zone a colori. Fino a settembre/ottobre, forse, come ha avuto modo di anticipare il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti.
Lunedì 15 febbraio scadranno o comunque verranno ripensati quattro punti fissati dal Governo nell’ultimo Dpcm: divieto di spostarsi tra Regioni gialle, chiusura degli impianti da sci, divieto degli sport di contatto e sospensione dei concorsi della Pubblica amministrazione.
Ecco cosa potrebbe dunque cambiare dal 16 febbraio:
Da martedì 16 febbraio, come previsto nel Dpcm 14 gennaio, e salvo nuovi stravolgimenti dettati appunto dall’andamento dei contagi, si potrà tornare a spostarsi tra Regioni gialle. Al momento gli spostamenti verso altre Regioni o Province autonome sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
E’ comunque sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Dal 16 gennaio sono ricomprese nella definizione di abitazione in cui è sempre consentito il rientro anche le seconde case fuori Regione.
Lunedì 15, e non martedì 16, febbraio è anche fissata anche la riapertura degli impianti da sci. In particolare, si lavora all’organizzazione di ingressi contingentati sia sulle cabinovie che sulle piste attraverso la vendita di un numero chiuso di skypass.
Previste anche regole ferree per i rifugi, che devono seguire gli stessi protocolli di bar e ristoranti, e per gli alberghi di montagna, che sono aperti ma possono svolgere l’attività di ristorazione soltanto per i propri clienti che alloggiano all’interno.
Resta aperto il confronto tra il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e il Cts per la ripresa degli sport di contatto al momento esclusi dalla possibilità di riprendere. Sono altresì vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto di carattere amatoriale.
Invece è consentito svolgere all’aperto e a livello individuale i relativi allenamenti e le attività individuate con il decreto, nonché gli allenamenti per sport di squadra, che potranno svolgersi in forma individuale, all’aperto e nel rispetto del distanziamento.
Dopo il 15 febbraio esiste anche una, seppur remota, possibilità che riaprano anche palestre e piscine, ma, visti i precedenti d’autunno, il Governo su questo fronte intende muoversi con estrema cautela, per non ripetere gli stessi errori, visto che le palestre e le piscine sono considerate luoghi tra i più a rischio contagio Covid.
Dal 15 febbraio 2021 si riparte con i concorsi: tornano infatti ad essere consentite le prove selettive dei concorsi banditi dalle Pubbliche amministrazioni ma solo in casi molto specifici.
Cioè deve essere prevista la partecipazione di un numero di candidati non superiore a 30 per ogni sessione o sede di prova, previa adozione di protocolli adottati dal Dipartimento della Funzione Pubblica e validati dal Cts.