In una Napoli settecentesca tra giornate assolate e notti argentee, tra servi e padroni una voce soave, stanca e sofferente al suono del clavicembalo accompagna un vicolo storpio dalla povertà ma vivo e intenso. È la storia struggente, della ricerca della salvezza spirituale e di una vita ormai stanca degli eccessi e delle dissolutezze del ormai vecchio, castrato e grande artista dei palcoscenici Caffarelli. Un viaggio nel dolore seppellito nel passato, volutamente dimenticato, che ritorna a galla, riemerge nei meandri della ente, tra i vicoli e i luoghi della città partenopea, corrompendo e mettendo in crisi il cantante. Nel corso di una straordinaria avventura tra il reale e l’onirico, a contatto con forze misteriose che animano la notte di quei tempi a Napoli, tra ombre e fantasmi, desideri e perdizione, tra vizi e misticità, un ricordo in carne ed ossa sconvolge la vita del protagonista…
Notturno Barocco, il Tesoro di Cafarelli edito Colonnese è scritto dal docente di Letteratura Poetica e Drammatica presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli Domenico Sapio. Di questo straordinario autore ho già scritto l’articolo della sua precedente opera Dei senza Olimpo: la voce perduta dei castrati da Napoli all’Europa (Edizione Intra Moenia nel 2017), e che ha al suo attivo composizioni pianistiche, liriche per canto e pianoforte e brani di musica da camera.
Questo romanzo è un magico viaggio dell’animo umano, che attraverso il protagonista pone chiunque a richiamare al proprio stato d’animo le tremende ombre assopite da i vizi e i sogni che ognuno di noi usa come escamotage per dimenticare, o almeno sperare di farlo.
Parafrasando le parole dell’autore, dal suo stesso libro: … ”Anche quella mattina al risveglio, come fumo al vento, erano dileguati gli ultimi brandelli dei suoi sogni tortuosi e confusi e nulla rammentava.” …
Così, anche noi siamo assorti nel nostro quotidiano, ma questo risveglio lento e soave, può essere sconvolto.
Il romanzo traduce e intreccia lo stato d’animo dell’autore, con il complesso mondo delle emozioni e della vita semplice del contesto settecentesco napoletano, così ci introduce in un mondo tanto lontano quanto reale e onirico, con una lirica poetica tra immagini e uso forbito ed elegante delle parole. Si potrebbe concordare che questa scrittura limpida, curata, forbita, elegante, fiorita, è un pentagramma di note musicali sul dolce suono, toccante e intenso allo stesso tempo, di un clavicembalo che suona nelle prime ore del mattino.
Il lirismo romantico della poesia tratta, non in versi, ma in capitoli e pagine di questa storia fa da contraltare ai torbidi, sensuali, lascivi e forti avvenimenti che si susseguono nella vita di Caffarelli. Trame di ingegno corrodono il lettore che in un suspense attende un sicuro accadimento, mentre ci si ritrova in contesti mistici e psicologici dell’animo umano ben diversi da quelli immaginati e fantasticati, come risvegliati da fantasie inutili, coriandoli di pensieri, quando proprio la verità riappare gelosa e bramosa di un’assoluzione.
A dare carisma e ulteriore ricchezza allo sorprendente romanzo, Notturno Barocco è diviso in capitoli con titoli che, per quanto perfettamente illuminanti di ciò che seguirà tra le righe, sono piccoli cadeau di opere musicali, che l’autore ci offre e che possono essere ascoltati (e semmai, concedetemi di averlo fatto, nella seconda lettura del testo) per inebriarsi e aprire ulteriormente la mente per poter assaporare l’emozioni, le sensazione e gli stati d’animo della poesia della storia, della vita di Caffarelli e delle vicende che vengono descritte nel testo e perché no, delle proprie appassioni e tensioni.
Utilizzando, e citando, le parole di Domenico Sapio: … “un’aria di struggente e dolorosa espressività che calò tutto intorno con un tal magnetica potenza da fermare ogni attività umana e da sollevare lo spirito in una limbale sospensione onirica attraverso la quale filtravano luci e schiarivano ombre, mentre più in fondo, come gomitoli d’ambra fumanti nell’aria, svanivano spasmi e lacrime di uomini, diavoli e dei.”