Dopo l’attacco delle forze armate iraniane contro obiettivi militari israeliani avvenuto sabato, la situazione in Medio Oriente è sempre più tesa e quella che sembra essere “una lezione preventiva severa” potrebbe portare a scenari peggiori. La riunione del G7, oltre a una ferrea condanna dell’accaduto, ha iniziato un delicato lavoro per raggiungere una de-escalation progressiva, al fine di riuscire a dialogare con le varie parti ancora interessate a farlo. Da parte di Teheran si attende che il mondo islamico si ponga unito per contrastare le azioni provocatorie e illegali di Israele, che potrebbe necessitare di una nuova “risposta forte”. Chi, invece, sta pagando il “prezzo peggiore” è Benjamin Netanyahu, che sta vedendo la sua base di potere e di consensi ridursi sempre di più, tanto che si comincia a paventare una sua potenziale uscita di scena. A fare una simile ipotesi, il presidente Biden, intenzionato ad evitare una “risposta armata” nociva per gli “interessi comuni”.