Napoli e gli insetti non sono mai stati in buoni rapporti, perché la città ha dovuto sopportare numerose epidemie e proprio per questo mosche e zanzare non sono mai state ben accette in città, provocando un’autentica idiosincrasia nei loro confronti. Spesso, le malattie che hanno funestato la città, hanno mietuto milioni di vittime, scaraventando in ginocchio l’economia cittadina e, in linea di massima, una delle cause principali della diffusione di tali epidemie, ed il loro principale mezzo di trasmissione, erano incarnate da mosche e zanzare, provenienti dalle paludi. Quando l’astio del popolo partenopeo giunse al culmine, si diffuse la storia della Mosca d’oro di Porta Capuana.
Anche se un mito arcaico, quello della Mosca d’oro rimane tra i più interessanti del capoluogo campano, e narra la creazione della mosca da parte del Mago Virgilio, stregone alquanto famoso nella city, la cui notorietà aumentò dopo che aveva liberato Napoli dalle sciagure di cui le mosche erano portatrici, catturando un insetto, per poi plasmarlo nell’oro e tramutarlo in un talismano, che fu posto nei pressi di Porta Capuana, nei margini orientali dove, in lontananza, un tempo sorgevano le paludi. Generata dal metallo estratto dalle viscere diNapoli, la Mosca d’oro sembrava possedere la capacità di allontanare ogni altro insetto, e il vescovo Giovanni di Salisbury spiegò che i poteri di tale talismano erano andati persi nel momento in cui l’oggetto era stato rimosso da Porta Capuana, venendo poi spostato nel Castello Cicala, vicino al Monastero di Santa Chiara.
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