“Sono allo stremo delle mie possibilità – dice Antonio Sergio – con le limitazioni previste, non possiamo andare avanti”. Abbiamo deciso di chiudere indipendentemente da misure nazionali e regionali. Abbiamo messo in cassa integrazione, per la prima volta nella storia del Caffe’, 15 dipendenti, ma ce ne sono altri 30 da pagare. Non ce la facciamo”.
E’ questo il triste annuncio di uno dei proprietari dello storico caffè che affaccia su Piazza Trieste e Trento e Piazza Plebiscito a Napoli. La chiusura è prevista per il 5 novembre.
Fondato nel 1860, dall’imprenditore Vincenzo Apuzzo, riscosse immediatamente un enorme successo, tanto da procurargli il riconoscimento per decreto di “Fornitore della Real Casa”.
Il suo nome deriva dal mitologico re delle Fiandre Joannus Primus, considerato patrono della birra. Il Gran Caffè Gambrinus rientra fra i primi dieci Caffè d’Italia e fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia.
Arredato in stile Liberty, conserva al suo interno stucchi, statue e quadri della fine dell’Ottocento realizzate da artisti napoletani. Tra queste vi sono anche opere di Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti.
Dalla Belle Époque in poi numerosi personaggi storici hanno goduto dei piaceri di questo luogo incantato, tra cui: Gabriele D’Annunzio (il quale, secondo alcune fonti, avrebbe scritto ai tavolini del caffè la poesia ‘A Vucchella) Benedetto Croce, Matilde Serao, Eduardo Scarpetta, Totò e i De Filippo, Ernest Hemingway, Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, fra gli altri. Anche l’Imperatrice d’Austria Sissi, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach nel suo viaggio a Napoli nel 1890[si fermò al Gambrinus.
Il Caffè non ha mai visto momenti bui ed anche in tempi recenti numerosi personaggi di spicco si sono avvicendati al suo interno, tra cui: presidenti della Repubblica come Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. Anche i presidenti del consiglio Romano Prodi e Silvio Berlusconi, la cancelliera tedesca Angela Merkel si sono fermati.
Ma le cose cambiano, ed Covid-19 è riuscito a mettere in ginocchio anche “un’istituzione” come il Gran Caffè Gambrinus,