Disturbi alimentari e modelle anoressiche: è questo il tema tornato alla ribalta e che ha acceso gli animi, quando alla fashion week di Milano Donna, Gucci ha fatto sfilare una giovanissima modella visibilmente anoressica.
Ma Gucci, sicuramente non è l’unico a portare in passerella ragazze di gran lunga sottopeso. Quella che ha destato scalpore si è presentata con un corsetto di pelle nera a coprire seni minuscoli; presentava braccia scheletriche e due lacrime nere dipinte con il make up sotto gli occhi. Le sue misure sono: 81- 63 -79. La taglia è la 34.
Qualcuno, non è rimasto a guardare! L’allarme, con una petizione su Change.org, è stato lanciato da Elisa D’Ospina, che ha già raccolto in poche ore oltre 17 mila firme. La modella curvy si batte da anni contro i disturbi alimentari di cui anche lei ha sofferto in passato.
“Hai presente una taglia 34? E’ inammissibile – scrive D’Ospina – proporre un modello con queste misure. Ritengo opportuno che venga firmata una carta in cui tutte le case di moda si impegnano a non utilizzare mai più persone in evidente sottopeso. Chiedo inoltre la presenza di personale competente, che si occupa di disturbi alimentari, al fine di valutare l’idoneità dei casi sospetti”.
Un codice anti-anoressia era stato approvato nel 2006 dalla Camera della Moda Italiana e il Comune di Milano, in cui era previsto che, per sfilare, le ragazze dovevano avere un giusto rapporto tra peso e altezza. Il problema chiaramente, non riguarda solo Milano e l’ultima sfilata. La D’Ospina in un aggiornamento sulla piattaforma delle petizioni, informa “Purtroppo in queste ore anche a Parigi abbiamo visto tantissime ragazze sottopeso in passerella“.
Parliamo di “un male sociale” che affligge adolescenti dalla personalità non ancora ben definita, che si lasciano facilmente influenzare dalla pubblicità, dalle foto, dall’apparenza; che vengono prese dalla smania di imitazione.
Le statistiche sono allarmanti: la percentuale di donne e ragazze anoressiche è aumentata, e si parla di circa 80.000 casi in più ogni anno, per un totale di circa 450.000 anoressiche solo in Italia, comprese in una fascia d’età che va dai 15 ai 25 anni. È questo il periodo in cui si innesca una rete di conflitti e contrasti naturali, ed in cui si ha la convinzione di essere ormai “adulti” e “consapevoli” delle proprie scelte.
E’ la “determinazione” di queste giovanissime a mettere a dura prova le famiglie e le istituzione preposte a guidarle verso la guarigione, prima che sia troppo tardi, prima che queste “vittime” di errati stereotipi…muoiano di fame!