Rebibbia. Un bimbo ha perso la vita mentre il fratellino è in condizioni particolarmente critiche.
Ciò è quanto è avvenuto stamane nel carcere di Rebibbia, dove una detenuta, la madre dei piccoli, ha tentato di uccidere i suoi due figli gettandoli dalla tromba delle scale del nido dell’Istituto penitenziario.
Qui sono ospitati i bambini fino a 3 anni. Uno dei due è deceduto, probabilmente sul colpo, mentre l’altro è in fin di vita. La donna è una trentenne di nazionalità tedesca. Il piccolo ancora vivo, ma ferito gravemente, ha un trauma da caduta con danno cerebrale severo. Questo è quanto dichiarato dal bollettino dell’ospedale Bambino Gesù, dove il mini paziente è stato portato in codice rosso.
Il piccolo è attualmente in sala rianimazione con supporto rianimatorio avanzato e in ventilazione meccanica. Si prevede un intervento neurochirurgico mentre per ora è in prognosi riservata.
La mamma, in carcere per reati di droga, in mattinata avrebbe dovuto avere un colloquio con i suoi parenti.
Il Ministero della Giustizia ha aperto un’inchiesta interna sulla vicenda. L’annuncio è stato fatto dallo stesso ministro Bonafede poco prima di arrivare al carcere. “E’ una tragedia – ha detto – Personalmente prego perché il bambino in ospedale possa essere salvato dai medici che stanno facendo di tutto. La magistratura sta già facendo gli accertamenti, posso soltanto dire, e non posso aggiungere nient’altro, che chiaramente il ministero ha già aperto un’inchiesta interna per verificare le responsabilità”.
Ad accompagnare il ministro della Giustizia, il capo del Dap Basentini, ma anche il procuratore aggiunto Maria Monteleone, coordinatore del pool dei magistrati che si occupa dei reati sui minori, si è recata nel penitenziario. Già è stabilito che si avvierà un’indagine per omicidio e tentato omicidio.
Ma viene da domandarsi: com’è possibile che una madre tenti di uccidere i propri figli? Cosa è scattato nella mente di questa donna? Si è trattato di disperazione nel vedere i piccoli carcerati insieme a lei, oppure di raptus omicida? Non ci è dato conoscere la risposta, che in ogni caso non riporterebbe in vita un innocente, ma che sicuramente servirà alle autorità per decidere se consentire ancora alla donna di avere contatti col bambino per ora in ospedale. Sicuramente un’approfondita perizia psichiatrica affiancherà le indagini.