Semplice ed economica questa nuova pratica si è diffusa in ben 106 Paesi con il primo Club della Risata nato il 13 marzo 1995 in un parco pubblico di Mumbai grazie ai sue fondatori il medico indiano Madan Kataria e sua moglie Madhuri e da allora ha coinvolto circa 3 milioni di persone. La tecnica è molto facile e si può praticare da soli o in gruppo (dove è vivamente consigliata), infatti è stata introdotta in vari contesti ed ambienti per curare anziani, malati di  Alzheimer, disabili, soggetti affetti da patologie oncologiche e psichiatriche e persino detenuti. La scoperta di questa disciplina è nata dalla consapevolezza che la risata non è sempre indotta da un elemento di comicità, ma può essere generata semplicemente per scelta, utilizzando le stesse tecniche di respirazione ed esercizi per il diaframma svolti per lo yoga e generare non solo la risata per noi stessi, ma anche un effetto contagioso verso glia altri ( per questo è preferibile svolgerla in gruppo).

I benefici che ne conseguono sono innumerevoli non solo a livello psicologico, perché è stato dimostrato scientificamente che il nostro cervello non distingua una risata vera da una autoindotta e quindi si tramuta in un atto liberatorio e contagioso. Ridere per più di 10  minuti attraverso lo yoga della risata genera effetti antidepressivi e ansiolitici, rinforza le difese immunitarie, diminuisce la pressione, allevia il dolore e potenzia resilienza ed intelligenza.

Per tutti questi effetti positivi è stata dichiarata un disciplina da poter utilizzare al livello terapeutico per alcune patologie con degli ottimi riscontri. Si è verificato l’abbassamento del cortisolo, ossia l’ormone dello stress; rappresenta un valido contributo per la prevenzione contro l’invecchiamento che alla pari con l’esercizio fisico ha ottenuto buoni risultati per gli anziani contrastando la depressione geriatrica; ha fornito un forte supporto e miglioramento psicologico per le persone affette dal cancro, aiutandole ad affrontare meglio la propria malattia.

In Italia tale disciplina si è diffusa negli ultimi anni ed ha coinvolto grandi associazioni durante il Congresso per la celebrazione dei suoi 25 anni come la  Lega del Filo d’Oro, che si occupa dei progetti a sostegno delle persone  sordocieche e con altre disabilità, iO Donna, la rivista femminile del Corriere della Sera, il Gate-away.com (il Portale Immobiliare per l’Estero), che ha scelto tale disciplina come trainer per la sua azienda.

L’ambasciatrice italiana dello yoga della risata Lara Lucaccioni, (Laughter Yoga Teacher e Master Trainer della Laughter Yoga International University), specializza direttamente in India col fondatore della pratica,  ha  dichiarato come la sua vita sia migliorata in tanti ambiti modificato fisici, psicologici e relazionali. Ha superato momenti di grande stress e ha ritrovato energia e grande entusiasmo e addirittura attraverso le risate di pancia ha superato persino la stitichezza.

Ma sono tante le testimonianze che attestano gli esiti positivi, ne parla Antonella Sancius coordinatrice infermieristica bresciana affetta da stanchezza cronica e costantemente sottoposta a farmaci, che ha completamente elimanato da quando il medico le ha prescritto come terapia lo Yoga della Risata, di cui è successivamente diventata leader, insegnate e ambasciatrice, sviluppando vari progetti per grandi e piccoli.

Oppure la storia della fisioterapita Emanuela Guidotti affetta da fibromialgia per oltre 10 anni,  un’artrite virale cronica che ha superato grazie alla pratica dello yoga della risata.

Ed ancora la testimonianza di Lucia Angelini, igienista dentale di Ancona, colpita da ernia iatale da ben 5 anni, che ha smesso di assumere il farmaco antireflusso, l’esomeprazolo, dal maggio del 2015, da quando ha iniziato a praticare la risata per 10 minuti dopo i pasti principali.

Benefici a livello cardiaco, diminuzione della depressione e della stanchezza, calo dell’ansia, aumento della calma, miglioramento del sonno, maggiore concentrazione sono tra i vari risultati ottenuti nel corso degli anni da che è nata questa pratica, tale da estenderla e impiegarla in vari contesti non solo socio-sanitari, ma anche lavorativi, soprattutto in ambienti in cui è necessario avere degli ottimi riflessi e un’elevata lucidità.

L’impiego della risata come vera e propria terapia per la cura di diverse patologie nasce nel 1995, ma già agli inizi del ‘900 il grande Charlie Chaplin era stato lungimirante e ne aveva percepito l’importanza a livello psicologico dichiarando che Un giorno senza un sorriso è un giorno sprecato”, che per lui significava essere stati capaci di raggiungere non solo un’armonia con noi stessi, ma di essere stati in grado di trasmetterla e di aver creato un legame di empatia con gli altri.

FONTEAnsa.it
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