Vi è mai capitato di incontrare una coppia di anziani che insieme, sostenendosi amorosamente a braccetto, si avviino molto probabilmente presso una chiesa?
Questa scena tanto dolce è allo stesso tempo riconoscibile nel modo di dire e proverbio: Lillo, Lélla e ‘o pere e’ sant’Anna (anche modificato in Lille, Lellere e ‘o pere e’ sant’Anna). Questo bonario divertimento, questa descrizione, viene utilizzata e riferita proprio a due persone (semmai anziane) che insieme fanno tutto. Oppure come in passato, di due anziani che non ricevono mai visite di parenti o amici, e si devono contentare della reciproca compagnia.
La traduzione può essere individuata in “Lui (lillo) e Lei (lella) prostrati ai piedi di Sant’Anna”. La locuzione rammenta una coppia di attempati coniugi realmente esistiti che vivevano nella zona da’ ‘nfrascata; essi erano due coniugi che non si volevano rassegnare alla mancanza di figli e solevano recarsi in una cappella privata per prostrarsi davanti all’effige di sant’Anna per implorare la grazia di un erede, che ovviamente (per la tarda età) non ebbero e restarono indefettibilmente soli.
Questa reliquia era conservata nella cappella dell’abitazione napoletana del conte Giovanni Battista di Tocco di Montemiletto, verso la parte alta di via Salvator Rosa. L’incredibile reliquia divenne un oggetto della venerazione di ingenui fedeli che andavano nel giorno del 26 luglio (ricorrenza della festa della santa) a pregare. Lì vi si trovava un altarino su cui era posta e conservata una preziosa teca di cristallo tempestata di gemme preziose. Nella stessa vi era questo ‘santo piede’, che si suppone fosse solo un reperto artistico ligneo o di cartapesta che nel pieno del ‘500 fu creduta autentico.
Qualcuno in passato ebbe da ridire sul fatto storico’ e insinuò che o’ pere, non alludesse alla parte del corpo della santa ma al frutto medio-piccolo, dal delizioso sapore zuccherino e di colore giallo che viene consumato dagli anziani. Non a caso le cosiddette Pere di Sant’Anna vengono coltivate nella zona dell’alta Ufita, nei comuni di Melito Irpino, Grottaminarda, Bonito e Ariano Irpino, quindi in Campania, ed è una varietà abbastanza antica, che matura a fine luglio, intorno al 26, giorno di Sant’Anna, da cui prende il nome.
Insomma, questa storia antica divenne una similitudine che da tempo accompagnò ogni sorta di coppia anziana per poi divenire un modo di dire per intendere due ‘compari’, ed in alcuni casi addirittura tre… perché se il primo e il secondo sono individuati in Lillo e Lellere, certamente il terzo gli capiterà essere la finta reliquia o il frutto, meglio noti come ‘o pere e’ Sant’Anna.
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