La Libia è un enorme territorio che si trova nel nord Africa, ed è stato abitato sin dal Neolitico da popolazioni antenate degli attuali berberi, dagli egizi, dai greci, dai fenici, dai romani, dai vandali di Genserico, dai bizantini, dagli arabi, dagli ottomani e dagli italiani (che ne fecero una colonia una volta sconfitta la Turchia che ne aveva il possesso).
Successivamente il 24 dicembre 1951 la Libia ebbe una veste monarchica sotto il re Idris I. In quell’epoca le capitali erano due: Tripoli e Bengasi. Eppure i paesi soffriva di una diffusa analfabetizzazione e notevoli problemi connessi alla salute della popolazione. Nel 1959 si scoprirono i primi giacimenti di petrolio, “l’oro nero”.
Il sistema federale venne abolito e la Libia divenne il Regno, ma il 1 settembre 1969 avvenne un colpo di stato militare, trasformandosi in Repubblica Araba di Libia con un governo provvisorio presieduto da Gheddafi. L’ufficiale nazionalizzò tutte le imprese di estrazione petrolifera, le grandi imprese e tutti quei possedimenti italiani in Libia, chiudendo alcune basi militari inglesi e statunitensi.
Nel 1970 Gheddafi confiscò tutti i beni degli italiani che in quell’epoca vivevano lì, costretti poi a ritornarsene in Italia. Da subito Gheddafi manifestò una chiara ostilità verso gli occidentali. Infatti, dopo varie provocazioni il 15 aprile 1986 Gheddafi venne attaccato dagli Stati Uniti con un raid aereo (si dovrà aspettare il 2006 per riallacciare le relazioni).
Nel 2009 venne stipulato un trattato tra Libia e Italia, in base al quale l’Italia pagò cinque miliardi di dollari, a titolo di compensazione per l’occupazione militare e la Libia, a sua volta, si impegnò a prendere misure per arginare l’immigrazione clandestina dalle coste di quel paese e a favorire gli investimenti nelle aziende italiane.
Nel 2011 scoppiò la guerra civile tra Gheddafi e forze ribelli ansiose di liberarsi del suo regime per creare una repubblica democratica. La ribellione fu anche appoggiata da un intervento militare internazionale, autorizzato dall’ONU, anche per arrestare l’uccisione di civili da parte dell’esercito libico. In quell’anno Gheddafi venne ucciso.
Salgono al potere due generali libici, il Generale Haftar e il Generale Fayez Al-Sarraj, il premier spalleggiato dall’ONU. Quest’ultimo per quanto ha una legittimità internazionale, non gode di legittimità interna. Inoltre il tutto è complicato anche dal sostegno militare della Russia e dell’Egitto e da aiuti economici da parte dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi uniti, e per la presenza di terroristi vicini all’Isis.
In questi mesi il Generale Haftar ha occupato alcune città libiche, mentre il Generale Al-Sarraj spera in un’alleanza commisurata, con una città-stato sulle coste libiche. Peraltro gruppi Salafiti, fondamentalisti islamici, in parte, propenderebbero per una guerra globale agli infedeli e sono più vicini al Generale Haftar che al Generale Al-Sarraj.
È di certo una situazione generale molto fluida ed in fermentazione, che non lascia intravedere una soluzione politica definitiva che possa far pensare ad una vera e propria pacificazione di tutto il territorio libico, con benefici effetti anche a livello internazionale.