In un momento in cui l’Unione Europea è in piena crisi economica e sociale, ci siamo chiesti come nasce l’Europa. Dove l’ideale si spegne e le mire nazionali si muovono per risvolti personalistici, oggi si sta ragionando sulla questione accoglienza dell’extracomunitario.
Tutto parte dall’espansione in questo continente, ma anche nell’Africa e nell’Asia dell’impero romano. Questo entrò in contatto con altri popoli, sia portavoce di antichi imperi e grandi civiltà, come Egizi e Persiani, sia designati come “barbari”.
I Romani usavano questo termine per indicare i popoli con abitudini, costumi, lingue e culture distanti dalle proprie. Un’espressione che avevano copiato dai Greci per disegnare coloro di cui non comprendevano la loro lingua. Il rapporto di Roma con i Barbari era quasi sempre di dominatore con il sottomesso, come ricorda gran parte dell’iconografia imperiale romana. Eppure spesso questi Barbari infliggevano pesanti sconfitte a Roma.
Nel corso dei secoli questo confronto ha significato per l’impero la necessità di essere costantemente all’erta. Tuttavia ha permesso un’osmosi fertile fra il mondo romano e i mondi “barbari”, creando nell’Impero un modello di civiltà aperta, che accoglie le diversità.
A partire dalla fine del III° secolo, buona parte dell’esercito romano appare “barbarizzata”, sia dal punto di vista degli equipaggiamenti, sia per quanto concerne l’inquadramento e la composizione delle truppe. La cristianizzazione dell’Impero, voluta da Costantino, e quella concomitante dei popoli barbari introducono un elemento di fusione fra la tradizione romana e le culture dei popoli esterni.
Tali popoli, provenienti dall’Europa del Nord (Germani, Celti delle Isole) e dall’Europa dell’Est (Sarmati, Alani e Goti) o ancora dai confini con l’Asia (Unni, Avari) apportano nuovi valori e usanze. In una prima fase si scontrano con quelli dell’Impero Romano, motivo per cui si parla di “invasioni barbariche”. In parte e gradualmente però si adeguano alla civiltà romana, influenzandola a loro volta. A partire dal 476 d.C., l’Impero Romano d’Occidente cessa di esistere e resta solo Costantinopoli ultimo baluardo antico come capitale.
Con queste parole nasce l’allora nuovo mondo, oggi chiamato vecchio continente, che prosegue la sua storia per oltre un millennio. Negli anni fu dimostrato attraverso grandi ed importanti mostre, da ricordare quella di Palazzo Grassi a Venezia, “Roma e i Barbari. La nascita di un nuovo mondo” curata dal Prof. Jean -Jacques Aillagon.
E con queste informazioni riusciamo a carpire che l’Europa nasce dalla diversità, dalla fusione delle diverse idee e dalle contaminazioni, dalla visione di coesistere e convivere.
Sinonimo di un’accoglienza che non va a ledere chi ospita ma che allo stesso tempo non sottomette chi viene accolto.