Nella terra d’Israele circa 2000 anni fa erano presenti alberi possenti come la quercia, il cedro, il platano, il cipresso, e la noce. Tra questi spiccava l’albero di corniolo, il cui legno forte era facile da lavorare e per questo usato da costruttori e falegnami.
E proprio un falegname all’epoca fu condannato a morte; il suo nome era Gesù.
Il metodo di esecuzione era la crocifissione e per questo ai boscaioli fu ordinato di abbattere un albero di corniolo.

Gesù fu denudato e ricoperto di una veste di porpora, sulla testa gli fu posta una corona di spine per poterlo deridere quale Re dei Giudei, e i soldati romani mentre lo conducevano lungo la strada per il Calvario lo frustrarono e coprirono di sputi.
Secondo la leggenda l’albero di corniolo patì un grande dolore per il ruolo che stava avendo nella morte di Cristo, tanto da decidere di cambiare la sua natura, diventando un albero piccolo, con rami sottili e contorti. In questa maniera non sarebbe più stato utilizzato per le crocifissioni.

Alla sua morte Gesù fu posto nel Sepolcro e dopo tre giorni risorse e nello stesso tempo gli alberi di corniolo sbocciarono. Ogni anno nel periodo di Pasqua questi alberi continuano a fiorire per celebrare la resurrezione di Cristo.

FONTEsottolostessocielo.altervista.org
Articolo precedenteDonne illustri nella toponomastica napoletana
Articolo successivoDenise: martedì “l’incontro” con la ragazza russa
Dott.ssa Assunta Mango, laureata in economia all’Università Federico II, giornalista, scrittrice, ricercatrice e mobility manager, addetta alla selezione e valutazione del personale nonché progettista presso il Comune di Napoli. Ha pubblicato: “Napoli Esoterica: I tre Decumani“, "Tempo e Tradizioni: I mestieri nel Presepe Napoletano", "Storie e leggende tra i due laghi“, "Mirate al cuore", "Io, sono Giuditta". Regista e sceneggiatrice di commedie teatrali e socia fondatrice dell’Associazione “Oltre i Resti“.