Il WWF Italia da tempo ha lanciato la campagna delle quattro R: Riduci, Ripara, Riusa, Ricicla.
Ce lo suggerisce il concetto di economia circolare. Lo sfruttamento delle risorse del pianeta non può oltrepassare un limite di non ritorno per cui tutti dobbiamo sforzarci di razionalizzarne l’uso.
L’economia basata sul consumismo sfrenato, sull’usa e getta, ci incoraggia sempre più ad acquistare un oggetto nuovo, un apparecchio elettronico dell’ultimo grido. La pubblicità ossessiva e delirante, attraverso i mass media, ci crea ad arte dei falsi bisogni, proponendoci l’acquisto di un’auto nuova, di un telefonino dell’ultimo grido di cui non puoi fare a meno. L’espressione più usata sfrutta ad arte l’aggettivo possessivo “Tuo, Tua con soli …€ al mese”, ti induce a sognare, ti seduce influenzando il tuo desiderio di possesso.
Di contro le 4R dovrebbero orientarci a dei comportamenti virtuosi per salvaguardare l’ambiente:
Ridurre il più possibile i rifiuti di plastica, di cartone, imballaggi vari, oggetti di casa, apparecchi elettrici e elettronici; Riciclare opportunamente il materiale di scarto, ma questo è compito precipuo della politica e di coloro che ci governano e ci amministrano; Riparare e, conseguentemente, Riusare ciò che è riparabile e riusabile.
C‘è una storia illuminante in tal senso e ha per protagonisti due studenti dell’Oregon (USA),
Kyle Wiens e Luke Soules, che diciotto anni fa diedero vita a una piccola grande rivoluzione. Fedeli al motto della loro ‘Università, «impara facendo», una sera tentarono di aggiustare il loro computer Apple che si era rotto. Senza istruzioni a disposizione e armati di cacciavite cominciarono a trafficare sul pc, andando un po’ a tentoni. Dopo essere riusciti a ripararlo, Luke e Kyle fecero un altro passo importante: scrissero un manuale per riparare quel pc. In pochi mesi nacque iFixit, un portale dove chiunque può caricare istruzioni su come riparare qualsiasi cosa (da un iPhone a un tostapane), migliorare manuali esistenti e scambiare gratis consigli, vendere pezzi di ricambio on line.
L’anno scorso iFixit» ha aiutato quasi 100milioni di persone a riparare un apparecchio, coloro che sono stufi di sprecare a causa di un sistema che tende a farci cambiare gli oggetti (soprattutto elettronici ma non solo) appena hanno anche solo un piccolo guasto. Le frasi che ci dicono le conosciamo bene: “non ne vale la pena”; oppure: “costa di più ripararlo che acquistarlo”. E pazienza se così facendo sprechiamo soldi e aumentiamo a dismisura la spazzatura elettronica che finisce poi in enormi discariche soprattutto in Africa e in India. Il mercato deve andare avanti, altrimenti si ferma tutto. O almeno così ci fanno credere. Qualcosa di importante si sta muovendo anche in Europa. La Francia, primo Paese al mondo, ha varato una legge contro gli sprechi e l’obsolescenza programmata.
Questa è una subdola strategia delle aziende produttrici, volta a definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato. Questa legge obbliga le aziende a indicare il “grado di riparabilità” dei loro prodotti. Dobbiamo tutti perseguire il più possibile questo obiettivo, vantaggioso per le tasche di noi acquirenti e virtuoso per l’ambiente. La tanto decantata “Transizione ecologica” dovrebbe tener conto di anche di questo ma sarà mai possibile che un Ministero potrà agire contro l’economia, la logica del profitto e il PIL che dovrà assolutamente riprendersi dopo i guasti causati dalla pandemia?
Fonte: Avvenire, articolo di Gigio Rancilio – venerdì 16 aprile 2021