Le porte più antiche, scomparse o abbattute prima del XVII secolo di cui sono rimaste solo poche testimonianze in scritti, documenti e toponimi.
In questa ultima parte di questo lungo viaggio alla scoperta delle porte della città ci occuperemo di quelle di cui abbiamo poche notizie. Sono quelle più antiche, di origine greco-romana e medioevale .
Domenico Antonio Parrino prima di trattare le più antiche porte di Napoli cita un antico detto ” In Napoli non entrar per le porte, ed entra per dove vuoi”. Nella sua Nuova guida de’ forestieri di Napoli del 1775 descrive anche alcune porte che non abbiamo ancora trattato:
1) Porta Purstella (detta Porta Santa Sofia e poi Carbonara)
” La Porta Carbonara si disse Porta di Santa Sofia, per esser vicino a quella Chiesa chiamossi Porta di San Pietro del Monte oggi si chiama Santa Maria di Donnareina si disse ancora porta pauetia e altre volte fu nominata Porta acquedotto per esser quivi l’aquedotto.”(da dell’origine e fundazione de seggi di Napoli di Camillo Tutini del 1644)
Origine della denominazione “Carbonara”
Il Celano e molti storici hanno supposto che la zona si chiamasse carbonara in quanto vi erano i carbonai che lì mettevano ad ardere le cataste di legno o perchè era situata presso l’abitazione di un’antica famiglia detta Carbonara. Per Ludovico De La Ville Sur Yllon* queste teorie sono state considerate erronee in quanto il nome deriverebbe dal fosso carbonaio “carbonario o Carboneto” che nel medioevo erano dei luridi stagni dove il popolo versava liquami e carogne di animali. In quella stessa zona successivamente fino alla fine del XV°secolo si svolgevano le giostre dei cavalieri e i giochi gladiatorii.
* LUDOVICO DE LA VILLE (Napoli 11 aprile 1846 – Napoli 15 maggio 1919) noto cultore della storia napoletana, bibliotecario della Società Napoletana di Storia Patria.
2) Da Porta Donnorso (de Domino Ursitate) a Porta Nova
“doue hora è la Chiesa Di San Pietro a Majella era porta nominata d’Orso fabbricata da Orso Duce di Napoli chiamossi a cora porta Ursitata e anco sotto l’imperio d Alessio si disse Portnuoa “
Questa porta situata circa l’attuale conservatorio musicale di San Pietro a Majella che anticamente era conosciuto anche come “Plathea domini Ursonis”; di questa porta si hanno pochissime notizie storiche, è nominata in alcuni contratti, uno del 1038 in cui si parla di “Porta noba que dicitur de domino Urso Tata” e un altro del 1114 dove è indicata come “Porta domini Ursi Tata”da cui poi deriva nel lessico popolare “Donnorso”
3) Porta Campana
Divenuta poi Capuana nel XV°secolo ad oriente del decumano maggiore. Era molto più arretrata dell’attuale porta Capuana. Si diceva “Porta Capuana, per andarsi da essa a Capua, prima dove è il Monte della Misericordia, poi a Santa Caterina a Formello, abbellita di trionfi per esservi entrato l’imperator Carlo V.”
4) Porta Ercolanense
Era l’antica porta Nolana, ad oriente del decumano inferiore costruita da Augusto nei pressi di dove si trova ora la Chiesa della S.S. Annuziata. Essendo nella zona di Forcella, successivamente verrà denominata Furcillensis.” Un’altra, di cui non si sa l’antico nome, che dalle vicinanze del Palagio dei Coppola fu transferita sopra muro col nome di Forcella, o per la figura d’una forca, o perché fuori di essa fossero le forche, o – quel che è più verisimile – per la figura del’ypsilon di Pitagora, che dinotava le due strade della virtù e del vizio offerte ad Hercole, al che forse allude il motto che sotto la figura di questa si leggea in Sant’Agrippino: “ad bene agendum nati sumus”;.”Questa trasferita più avanti, tiene il nome di Nolana, per andarsi colà, e per essa forse uscirono i nolani ed i sanniti, introdottosi i romani, come dice Livio: “Nolani per adver sam partem urbis via Nolam ferente effugiunt”.
5) Porta Petruccia detta anche Porta del Castello o porta dei Cagnabari
Si trovava nei pressi del campo di San Giuseppe sulla strada che portava al Cerriglio (dove era la famosa trattoria). Dove oggi si trova la chiesa di Santa Maria la nova anticamente sorgeva un castello. Durante il regno di Federico II di Svevia la porta fu fortificata con una torre detta “Mastra”. In seguito fu spostata in capo del fosso del Castello Nuovo e prese il nome di Santo Spirito. ” Porta Petruccia e del Castello, prima a Santa Maria la Nova, dove cadde la corona a Lodovico marito della regina Giovanna e vi fu ucciso Andrea d’Isernia “. Durante il viceregno con l’ ampliamento ad oriente della città fu portata più avanti e si chiamò Porta di Chiaja.
6) Porta Romana
Corrispondeva alla fine occidentale del decumano superiore; la sua esistenza è confermata su un atto notarile del 992 ritrovato nel “regesta neapolitana ab anno 912 ad annum 1139 n° 275 e secondo Bartolomeo Capasso era nei pressi di via Sapienza
7) Porta Cumana o Puteolana
“Porta che si chiama Cumana e Puteolana dove era il palazzo dei Duchi di Termoli nella zona del Nido” Era la porta più occidentale che conduceva a Pozzuoli e Cuma con l’ampliamento della città fu spostata da piazzetta Nilo e ricostruita da Carlo II nel 1268 andata poi in rovina e fu murata in un palazzo di cui si legge ancora oggi una targa di marmo che cita :
“Egregie Nidi sum regia porta platee menia nobilitans hic urbis Partenopee”
Il vicerè Toledo nel 1528 la ricostruì più avanti verso lo Spirito Santo ancora più ad occidente e prese il nome di Porta Reale o dello Spirito Santo. Questa porta in epoca classica era nel cuore del centro storico, in Piazza San Domenico Maggiore. A seguito dell’ampliamento delle mura della città, la porta fu spostata, con molta probabilità, tra via Cisterna dell’Olio e il Palazzo delle Congregazioni. la porta era conosciuta popolarmente anche come Porta dell’Olio o Porta Toledo ma secondo Bartolomeo Capasso il nome vero era porta reale o porta reale nuova in quanto era denominata reale anche un’ antica porta ,quella cumana, che in epoche più antiche si trovava presso piazza San Domenico maggiore, più precisamente nei pressi del seggio del Nilo i cui resti furono studiati dal Francesco Picchiatti nello scavo delle fondamenta dell’ obelisco del Nilo (la guglia di san Domenico). Ipotesi controversa fra i vari studiosi dell’ antica porta reale.
7) Porta delle Corregge a Monte Oliveto
Di questa porta solo citata dal Parrino, sappiamo dal Capaccio che è nominata in un documento acquisto di un terreno da parte di un certo Guerello Origlia e che era situata nei pressi del convento degli Olivetani.
Il Parrino cita inoltre un’ altra porticella senza denominazione ai piedi di San Martino presso il monastero della S.S. Trinità (nei pressi della Pedamentina)
Altre porte:
1) Porta Carrese a Montecalvario
Più che una porta si trattava di un passaggio per i carri (una specie di passo carrabile) senza nessun pregio architettonico che collegava Montecalvario (quartieri spagnoli) con la campagna sotto castel sant’Elmo.
2) Porta di Posillipo
In effetti non si trattava di una porta di accesso alla città. Il nome è restato nella toponomastica della città perché era il luogo dove sorgeva l’ingresso all’antico casale di Posillipo. La porta esisteva ai tempi delle incursioni dei “mori” in quella zona, circa nel IX°secolo. Qualche resto della porta era ancora presente nel 1845 come testimonia una litografia di Achille Gigante.
3) Porta di San Salvatore.
Fa parte delle più antiche porte di Napoli, ampliata già ai tempi di Bellisario, si trovava nel vicolo dei Pianellari
4) Porta di Sant’ Agnello detta poi Cantelma
La porta era situata verso occidente della murazione Aragonese in via di Somma di Piazza. Fu prima denominata di Sant’Agnello e poi Cantelma in quanto nei pressi di un palazzo nobiliare della famiglia Cantelma.
“Un antica porta precedentemente chiamata si S.Agnello prenderà il nome di Cantalema dal nome di una nobile famiglia con quel nome faceva parte della murazione occidentale”
5) Porta Pizzofalcone
Era una porta situata nella strada del Pendino fra la regia zecca e il monastero di Sant’Agostino, edificata ai tempi di Carlo I d’Angiò .
Articoli precedenti:
1) Parte prima: Le porte tuttora esistenti
2)Parte seconda : Le porte di cui rimangono solo testimonianze in targhe, dipinti e stampe.
3) Parte terza: Le porte meridionali verso il mare
Fonti bibliografiche :
Giuseppe Porcaro “Le porte di Napoli” Ed.del Delfino 1970
Gino Doria “Le strade di Napoli” Riccardo Ricciardi Editore 1982
Marina Cavaliere “Porte, portali e roste di Napoli” Newton Compton editori Srl 1995
Romualdo Marrone “C’era una volta Napoli “Periodici locali Newton editore 1995
Romualdo Marrone:“Le strade di Napoli” periodici locali Newton editore 1995
Giuseppe Sigismondo “Descrizione della città di Napoli e suoi borghi”del 1789 Ricopia anastatica Arnoldo Forni Editore 1989
Giancarlo Alisio : “Napoli e il risanamento” Edizioni scientifiche italiane ristampa numerata del 1981
Erasmo Pistolesi : “Guida metodica di Napoli e i suoi contorni” di “-Napoli giuseppe Vara 1845 (copia anasttica).
Don Camillo Tutini :“Dell’ origine e fundazione dei seggi di Napoli” Copia Anastatica a cura di Paolo Piccolo LucianoEditore 2005
Carlo Celano “Notizie del bello e dell’antico e del curioso della città di Napoli” a cura di Giovan Battista Chiairni” Copia anastatica delle Edizioni dell’Anticaglia 2000
Autori vari : “Napoli i luoghi celebri delle sue vicinanze” -Settimo congressob scientifico degli italiani-1845- Copia anastatica Casa Editrice Fausto Fiorentino 1995
Vincenzo Regina: “Napoli Antica“Newton Compton Editori” ed 2004
Domenico Antonio Parrino :” Nuova guida de’ forestieri di Napoli” 1775 (Copia Anastatica)
Fonti Internet
corpo di Napoli.it
Pianta Baratta tratta da http://Gallica.bnf.fr Diritti : domaine public.
Foto
di Antonio Colecchia
Altre immagini : da internet di pubblico dominio .