Dietro tutte le maestose opere che ci circondano si nasconde il lavoro di un’ampia moltitudine di persone, che, come succede anche a noi, più volte nel corso della realizzazione, si trovano ad affrontare piccoli errori di percorso.
La meravigliosa Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Duomo di Firenze, non fa certo eccezione.
Sui laterizi che fanno da rivestimento alla cupola dell’edificio, infatti, è stata scoperta, nel corso di un restauro, una vasta serie di impronte di animali.
Le impronte appaiono quasi invisibili, nascoste nella moltitudine di tegole regolari e dall’erosione causata da secoli di esposizione alle intemperie.
Ma lo sguardo attento e ravvicinato dei restauratori dell’Opera di Santa Maria del Fiore non si è lasciato ingannare, scoprendo non una, ma centinaia di tegole stravaganti.
Ad essere impresse nella cupola non sono solo le zampe di vari uccelli, ma anche quelle di cani, gatti, volpi, faine e caprioli, oltre che alcuni simboli di natura decisamente antropica come croci e cuori.
Ma quale è la spiegazione di questo curioso fenomeno?
Parlando di “zoo sulla cupola” ci si sarà forse immaginati un vasto assortimento di animali intrappolati sul tetto della più famosa chiesa di Firenze, però la realtà è molto più semplice.
L’architetto Samuele Caciagli, responsabile dell’area tecnica dell’Opera di Santa Maria del Fiore, ha spiegato: “Sono impronte che gli animali imprimevano sulle tegole lasciate ad essiccare al sole, prima della cottura nelle fornaci di Impruneta, dove Filippo Brunelleschi aveva scelto il materiale per rivestire la sua cupola”.
A lasciare traccia nel duro lavoro degli operai delle antiche manifatture dell’hinterland fiorentino erano stati gli animali della zona, che, ignari dello scopo di tutto quell’affaccendarsi, dovevano aver ben pensato di fare una passeggiata tra (e su) le tegole.
Poi, la necessità di non sprecare tutto quel lavoro, o magari la peculiarità della vicenda, hanno permesso ai laterizi danneggiati di finire ugualmente sulla cupola di una delle strutture più particolari al mondo.