I Giorni della Merla sono i più freddi dell’anno, coincidendo con il 29, il 30 e il 31 gennaio. Essi scandiscono un momento importante della vita contadina dato che, in molte zone d’Italia, diventano un’occasione per riti propiziatori allo scopo di scacciare il gelo e favorire le coltivazioni. Se sono freddi, la primavera sarà bella. Se invece sono miti, la bella stagione potrebbe tardare ad arrivare.
Esistono diverse teorie riguardo le origini di determinate tradizioni, spesso molto affascinanti e meritevoli di essere scoperte con la curiosità delle piccole cose.
La prima leggenda si rifà a un merlo che, rimasto senza sostentamento per un gennaio davvero freddo, che sembrava non dover mai avere fine, fu costretto a rifugiarsi in un comignolo per riuscire a scaldarsi, passando da bianco a nero, e mutando per sempre il colore della sua specie, un volatile passeriforme della famiglia dei Turdidi. Una seconda è del Settecento: racconta di un cannone e di un reverendo, Sebastiano Pauli. L’arma in questione si chiamava, effettivamente, la Merla e fu trasportato oltre il fiume Po che, grazie alle temperature davvero basse di quegli ultimi giorni di gennaio, resero ghiacciato il corso d’acqua rendendo finalmente possibile l’operazione di trasporto.
Un’ultima leggenda ha per protagonisti una coppia di giovani sposi, Merlo e Merla, che si sposò al di là del Po, non riuscendo a tornare a casa per via del freddo di quei giorni, ribattezzati per questo in tale maniera. Quando furono in grado di oltrepassare il corso d’acqua, lei fu abbastanza leggera da riuscire a passare, mentre suo marito ruppe involontariamente il ghiaccio e annegò. L’inconsolabile pianto della donna, si dice, viene udito da allora durante gli ultimi giorni di gennaio. Per onorare tale storia, le ragazze in età da marito si recavano sulle rive del Po per cantare una canzone propiziatoria per consolare la poveretta.