Lussuria e perversione nel Medioevo erano utilizzate come belletto per risplendere tra le dame, le madonne e le cortigiane di quegli anni. Questi artifici sono stati usati per ammaliare e compiere una scalata sociale.
Incarnando l’ideale cortese in modo opposto, la crudeltà e l’efferatezza hanno sostituito quelle creature deboli, dolci ed angeliche capaci di ispirare le virtù dell’uomo. Vere dame nere che dissolute e scaltre sono oggi ricordare agli uomini, loro contemporanei, tra le Bestie del Medioevo.
La prima sanguinaria fu imperatrice, ma ci arrivò utilizzando metodi che vanno oltre all’ambizione: Irene di Bisanzio.
Nata già principessa bizantina, ateniese, il 18 novembre 768, sposò Leone, che sette anni dopo ereditò il trono. Quando le morì il marito, forse avvelenato, dopo aver scoperto la moglie che venerava segretamente le immagini sacre, nel 780, ebbe la reggenza sul figlio, erede al trono a 9 anni, Costantino. Irene così incomincia ad eliminare ogni minaccia al potere, in una corte in cui trame e complotti abbondano per tradizione. Irene punì i cinque cognati che cercarono di toglierle il trono costringendoli a farsi preti mentre il nobile Gregorio ed i suoi fautori, che appoggiarono i cognati, vennero arrestati ed accecati per estrazione degli occhi. Il suo rapporto con il figlio rende bene l’idea della cifra morale della donna: quando Costantino divenne maggiorenne, lei per non perdere il potere, si nominò ‘Autocrate dei romani’. L’imperatore legittimo si ribellò, ma la madre lo fece arrestare così riuscì “Augusta”. Dopo aver operato purghe anche nell’esercito, senza risparmiare torture ed accecamenti a qualche generale, Irene convinse il figlio all’obbedienza. Fino al 796, quando il figlio tornò a rivendicare i suoi diritti, così Irene lo fa rapire e cavare gli occhi. Nel 797, oramai sola si fece proclamare imperatrice, regnante e non consorte. Per tutta la vita, e divorata da un’insaziabile fama di potere, il suo governo portò ad un regno così malvagio da sfasciare il sistema fiscale l’economia di Bisanzio. Perse il trono con un colpo di stato, organizzato da Carlo Magno e fu esiliata, ma gli uomini hanno la memoria corta e fu canonizzata dagli Ortodossi.
L’altra imperatrice è Teodora (in copertina). Mentre gli Ostrogoti sconvolgono l’Impero d’Occidente, la bella Teodora cresce in una giovinezza dissoluta: tra il circo in cui era interprete di spettacoli di mimo e il teatro di Costantinopoli distinguendosi nelle orge organizzate dalla ricca gioventù, finché non conobbe l’amore e la conversione. Era il 522 quando incontra Giustiniano l’imperatore. I due si sposano e da subito lei si mostrò una donna astuta e di forte carattere, molto influente sulle decisioni del marito tanto che spesso si è detto che Giustiniano e Teodora costituissero una vera e propria diarchia. Una delle sue prime mosse strategiche e perverse fu nei confronti dell’amica di Antonina, moglie del generale Belisario. Antonina le fu utile per far cadere in disgrazia nel 541 Giovanni di Cappadocia, prefetto del pretorio d’Oriente. Teodora odiava Giovanni, e Antonina sapendolo, decise di farle un favore proponendo a Giovanni di organizzare una congiura contro Giustiniano. Giovanni, desideroso di salire al potere, accettò e i due stabilirono un luogo dove discutere sulla congiura. Tutto ciò però era una trappola di Antonina che rivelò a Teodora la congiura e il luogo dove si sarebbero incontrati.
L’imperatrice inviò quindi due uomini, tra cui l’eunuco Narsete, ad ascoltare di nascosto l’incontro, e non appena udirono che Giovanni aveva intenzione di tramare contro il suo imperatore cercarono di catturarlo ma il prefetto riuscì a fuggire. La conseguenza di tutto ciò è che Giovanni cadde in disgrazia e fu privato delle sue cariche e delle sue ricchezze. Ma Antonina fu dichiarata adultera dal marito che la tenne segregata e dovette perdonarla su ordine dell’imperatrice che inoltre la fece rincontrare con l’amante. Lo steso Belisario e l’altro generale Buze caddero in disgrazia per mano sua, avendo intuito che volessero un altro imperatore. Durante una rivolta fa decapitare e gettare nel Bosforo 30.000 ribelli, poi fa uccidere la figlia del grande Teodorico, la regina dei Goti, Amalasunta. Per evitare che potesse arrivare alla corte di suo marito, quale prigioniera, avendo perso la guerra, e avesse potuto sedurre Giustiniano, la fece strangolare. Sarebbe stata l’imperatrice sempre, secondo Procopio di Cesarea, a far sostituire, e poi uccidere, il santo papa Silverio con papa Virgilio nel 537. Un episodio che ha sapore di leggenda narra che Teodora, durante i suoi anni da attrice, ebbe un figlio segreto di nome Giovanni, che, non riconosciuto da lei, crebbe in Arabia in compagnia del padre, senza neppure sapere dell’identità della madre.